domenica 27 ottobre 2013

Non predicano i Novissimi, non ascoltateli! Breve chiosa al piano pastorale di Mons. Coletti, Vescovo di Como

   
Roma chiama, Como risponde.
Nella lunga intervista rilasciata a La civiltà cattolica, il Vescovo di Roma ha espressamente formulato la linea del suo programma apparentemente minimalista:

  «Gli insegnamenti, tanto dogmatici quanto morali, non sono tutti equivalenti. Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. L’annuncio di tipo missionario si concentra sull’essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore, come ai discepoli di Emmaus. Dobbiamo quindi trovare un nuovo equilibrio, altrimenti anche l’edificio morale della Chiesa rischia di cadere come un castello di carte, di perdere la freschezza e il profumo del Vangelo. La proposta evangelica deve essere più semplice, profonda, irradiante. È da questa proposta che poi vengono le conseguenze morali».

  In solerte e zelante adesione a tale linea, ecco che mons. Diego Coletti, Vescovo di Como, consegna alla Diocesi il suo piano pastorale, a sua volta apparentemente minimalista.
Si legge sul sito ufficiale della Diocesi di Como:

  «Anche papa Francesco richiama, spesso, alla necessità del “primo annuncio” e di una “missionarietà portatrice di misericordia”. Leggo le parole del Papa come un invito a evitare un equivoco che trovo spesso in tanti atteggiamenti ecclesiali: in Diocesi come nella Chiesa in generale. E cioè: noi ci rivolgiamo sia all’interno delle nostre comunità cristiane sia all’esterno pensando che l’umanità sappia già l’essenziale. Ma c’è la necessità imprescindibile, assolutamente non facoltativa, del primo annuncio. Di un annuncio che vada subito al cuore del Vangelo. E cioè che Dio non è una minaccia. Non è una potenza alternativa alla nostra libertà. Ma è un Padre che si prende cura dei suoi figli con infinita misericordia, sollecitandoli a esercitare, fino in fondo, la loro libertà filiale con atti di amore e non con atti di egoismo e di chiusura. La Buona Notizia è Gesù Cristo, morto per noi e risorto come vincitore del male del mondo. Dobbiamo concentrarci su ciò che è essenziale, necessario alla fede, senza arrivare subito a determinare le “verità ultime” che, a suo tempo, saranno richiamate, precisate… ma soltanto dopo che ci si è innamorati della bellezza e della luminosità del Vangelo». (fonte: http://www.diocesidicomo.it/pls/como/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=35260&rifi=guest&rifp=guest)

  Il programma in realtà potrebbe essere tutt’altro che minimalista.
Sembra piuttosto segnato da un massimalismo – ma preghiamo Dio di sbagliarci! – da far tremare le vene ai polsi: il cambiamento, quantomeno temporaneo, del fine supremo della Chiesa. Se così fosse (e lasciamo il giudizio ai lettori) la Chiesa sarebbe ormai “risolta”, come in una brutta pagina di letteratura modernista.
Per spiegarsi più nel dettaglio.
Rispondendo alla sollecitazione del Vescovo di Roma, mons. Coletti ritiene che sia tempo anche per la sua chiesa particolare di andare a ciò che è essenziale e necessario alla fede. E questo qualcosa di essenziale e necessario non sarebbero le “verità ultime”.
Quantomeno curioso.
La prima domanda che il cattolico si pone è che cosa siano queste “verità ultime”. L’unica risposta cattolica è questa: i Novissimi (n. 968 del Catechismo Maggiore del 1905: “Novissimi sono chiamate nei Libri santi le cose ultime che accadranno all’uomo”).
Ci si domanda allora: cosa c’è di più essenziale e necessario dei Novissimi? Cosa c’è di più essenziale e necessario alla salvezza della predicazione di Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso, che mostrano nel modo più comprensibile a tutti il più reale destino dell’uomo?
Ma più ancora: non è forse per predicare i Novissimi che Nostro Signore Gesù Cristo ha istituito la Chiesa e in particolare la Chiesa militante? Non sono proprio i Novissimi l’esatto contenuto della missione della Chiesa?
Cosa resterebbe della missionarietà (di cui pure i Vescovi di Roma e Como parlano) senza l’annuncio dei Novissimi?
La missione della Chiesa è stata espressamente consegnata da Nostro Signore.
Ecco le Sue parole, dolcissime ma terribili:

  «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato».  (Marco 16, 15-16)

  Di fronte a tutto questo, si comprende il profondo realismo di un monito alzatosi qualche tempo fa dalle pagine, sempre così accorate, di Radicati nella fede: “Non predicano i Novissimi, non ascoltateli!” (n° 11 di novembre 2012).
Cívitas Sancti facta est desérta? Le sentinelle alessandrine si permettono di invitare tutti coloro che conservano la Tradizione ricevuta a pregare gli uni per gli altri per conservare Fede, Speranza e Carità davanti ad una realtà che è sempre più difficile guardare senza smarrirsi.
 

9 commenti:

  1. Bernardini Francesco28 ottobre 2013 alle ore 10:52

    Il problema in realtà è solo di mancanza di Fede con buone dosi di presunzione intellettuale, si pensa di essere alla moda ma in realtà si va al traino del mondo. Dopo l'Ascesa al Cielo di NSGC Pietro si rivolge agli abitanti di Gerusalemme, che non credo fossero particolarmente ferrati in Religione Cattolica, con parole franche e definitive: "« Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete - , dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. ... Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. ... Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso »"
    e dopo, a coloro che chiedevano cosa dovessero fare : "Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. " Evidentemente però i nostri vescovi sanno anche che fine fece Pietro ... per cui meglio glissare ...

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  2. Nell'episodio che hai citato c'è innanzitutto il primo annuncio, l'essenziale del messaggio. La risposta successiva di Pietro è conseguenza di una domanda nata dall'aver accolto l'annuncio ("si sentirono trafiggere il cuore"). Quindi, richiama al pentimento dei peccati propri e al Battesimo per diventare discepoli del Signore, iniziando il cammino di fede. Ergo, la citazione di Bernardini testimonia che hanno ragione Papa Francesco e il Vescovo di Como. Altro che glissare...

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  3. "Sappia dunque indubitamente tutta la casa di Israele, che Dio ha costituito Signore e Cristo questo Gesù, il quale voi avete crocifisso.
    Udite queste parole, si COMPUNSER di cuore, e dissero a Pietro e agli altri Apostoli: Fratelli, che dobbiamo fare?" (Testo nella traduzione secondo la Vulgata di mons. Antonio Martini , 1720-1809)

    E' facile vedere come siamo lontanissimo da ogni neo-interpretazione sentimental-modernista.
    La compunzione del cuore è una reazione dell'anima alla presa di coscienza dell'offesa che recata a Dio. Senza questo, non è possibile alcuna vera conversione: lo conferma la vita di tutti i santi.



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  4. "La compunzione del cuore è una reazione dell'anima alla presa di coscienza dell'offesa che recata a Dio".

    Presa di coscienza che nasce dall'annuncio e dai cuori che si aprono alla grazia. Cosa c'entra il sentimental-modernista non lo so.


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  5. Guardi che qui nessuno è contro l'annuncio.
    Dice san Paolo: "E come potranno credere senza udire? E come potranno udire senza chi lo annunzi?" (Rm 10, 15)
    Sono invece i signori Vescovi citati che hanno deciso che l'annuncio va "diminuito".
    NSGC chiede proprio di annunciare le "verità ultime" ("Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato"), quelle che mons. Coletti ritiene invece non essenziali e necessarie alla fede.
    Pietro ha annunciato agli Ebrei che Cristo è stato costituito Signore anche su di loro. E' l'essenziale: già contiene tutti i Novissimi.
    Che cosa sarebbe "essenziale e necessario" se non la missione affidata alla Chiesa da Cristo? Occorre annunciare un Cristo che non ti giudica ma ti realizza nell'incontro e nell'esperienza perché così si parla alla psicologia dell'uomo moderno? Bene: questo dicasi propriamente modernismo.
    Non ho altro da aggiungere.

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  6. Io annuncerei una cosa alla volta (e ciò non significa che l'annuncio è "diminuito"). E poi è modernismo ciò che ha fatto Gesù con Zaccheo, la peccatrice in casa del fariseo di Lc 7 e quella di Gv 10? Io voglio fare come ha fatto lui.

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  7. La Chiesa ha il dovere di annunciare la Verità, come da missione ricevuta da Cristo. Sarò Dio poi a portare a frutto questo annuncio.
    Dio può anche decidere, nella sua insondabile e sovrana volontà, di concedere grazie particolarissime di conversione.
    Ma appunto perché particolari, non possono essere erette a regola. E appunto perché concesse da Dio, nel le può operare né lei, né mons. Coletti, né il Papa.
    Non ci si può illudere di convertire il mondo con ragionamenti troppo umani. Sarebbe anche questa una forma di pelagianesimo.

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  8. Siamo d'accordo. Grazie

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  9. Ne sono felice. Grazie a lei.

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