mercoledì 22 ottobre 2014

Introvigne e il "Dio delle sorprese". Il senso di un'eresia reazionaria




Francesco con il discorso conclusivo del Sinodo (qui) ha preso le distanze dai "tradizionalisti ... che trasformano il pane in pietre" e dai "progressisti che ... trasformano le pietre in pane". Quindi ha indicato, senza fissare con chiarezza la natura dichiarativa di quella che in materia spirituale è più un' auctoritas che una plena potestas,  la propria funzione di autore dell'unità della Chiesa e rivendicato obbedienza.

Il problema di questi passaggi è l'indeterminatezza di ogni dichiarazione di metodo che promette, in quanto tale, la produzione di una verità o di un giusto risultato. Pensare la Verità del Cristianesimo, che è anche "Via e Vita" (Gv 6), lo stesso Verbo Divino, come il prodotto di un metodo  oppure concepire le dichiarazioni del magistero ordinario (e straordinario) alla stregua dell'attività normativa di una competenza suprema significa abbandonare il sistema cattolico. Anche il dogma dell'infallibilità che è funzione della Tradizione, e non viceversa, ne esce deformato.

Sotto il presupposto formale deformante della competenza suprema e del suo metodo possono darsi appuntamento sia le componenti conservatrici sia quelle progressiste, purché accettino il presupposto stesso e siano disposte a conformarsi (e a deformarsi). La vittima di questo sistema, ormai non più cattolico, è la stessa fede, e con la fede l'anima cristiana, il cui contenuto è messo integralmente a disposizione di un procedimento formale (e deformante) dagli esiti (almeno da quarant'anni) mobili. Tale disponibilità della fede e dell'anima, cui corrisponde la tirannia meccanizzata della competenza, è la forma più estrema di modernismo. La distruzione formale (ora sinodale) di ogni contenuto della Rivelazione e il prosciugamento delle stesse fonti della Rivelaziome, Tradizione e Scrittura.(su questi punti si vedano i nostri precedenti interventi qui e qui)

Un esempio evidente di questa infinita devozione alla competenza formale è il commento dedicato da Massimo Introvigne al discorso di chiusura del Sinodo di Francesco (qui). Dopo avere negato, come di consueto, la differenza sostanziale tra magistero ordinario e straordinario (si tratta di uno dei postulati introvigneschi), il "reggente nazionale vicario" di Alleanza Cattolica, raccoglie tutti i passaggi del discorso di Francesco per affermare quell'occasionalismo (in tal senso parlava Karl Löwith - vedi Storia e fede, Bari 2000, p. 97 - degli ultimi sviluppi del pensiero decisionista post Kierkegaard) che è il vero fondamento reazionario del suo pensiero: meglio una decisione che nessuna decisione. Nella successione di de Bonald, de Maistre, Donoso Cortes Introvigne si pone idealmente, dopo Cortes, all'estrema avanguardia della reazione alla rivoluzione montante e, pur di salvaguardare il supremo decisore, tutto si concede, difende - lui e il suo movimento - il Concilio Vaticano II, Nostra Ætate, il Novus Ordo, la libertà religiosa, l'idolatria di Assisi, l'oblivione del Nuovo Israele, la coscienza di Scalfari e, infine, il" Dio delle sorprese".

A proposito di quest'ultimo concetto Introvigne non spiega che Dio può fare miracoli, a ciò pensava ancora Kierkegaard, ma non cambiare la dottrina rivelata (Kierkegaard non se lo sarebbe neppure sognato), perché ciò sarebbe come se Dio cambiasse se stesso. Da questi incerti e strani abissi che sono i medesimi del nominalismo e di un certo volontarismo gesuitico, la Chiesa si è sempre tenuta lontana. Ma il punto, è in fondo, proprio questo: il "Dio delle sorprese" è il dio degli occasionalisti reazionari, e il nostro reazionario torinese è finalmente giunto a casa.

5 commenti:

  1. Non ho capito niente. Sono volenteroso ma mi mancano le basi per capire citazioni,riferimenti,giudizi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. in effetti occorrerebbe un'esegesi di questa esegesi.. un po' come fa Massimo con papa Francesco,quando cerca di tradurre pro-bono quanto afferma correggendo i reiterati svarioni..
      Gianni

      Elimina
    2. Il senso è questo: magistero vivente contro o in luogo del magistero perenne.

      Elimina
  2. Introvigne stupisce sempre:

    http://pro-tridentina-malta.blogspot.com/2009/10/il-modello-benedetto-xvi-per-gli.html

    RispondiElimina
  3. I baciapantofole si riconoscono sempre! Credono di combattere per Cristo ma si sbracciano solo per una effimera mondana gloria. Poveracci, aiutare a sotterrare il vangelo per amore del potere e di un papa che tutto è fuorché realmente evangelico...

    RispondiElimina