Pubblichiamo qui di seguito le assai significative riflessioni di Alessandro Gnocchi sullo spettacolo "Fiat lux" proiettato nel giorno dell'Immacolata Confessione sulla Basilica di San Pietro a Roma. L'intera sequela dei fatti e la particolare natura degli attori dietro e di fronte alle quinte fanno pensare a un evento anticristico che getta un'ombra sinistra sul Giubileo. Beninteso, non è perciò necessario evocare l'imminenza dell'Anticristo apocalittico, anche se con un antico autore benedettino si può ripetere, dinnanzi a tanta desolazione, che "è un anticristo chiunque si oppone a Cristo" - "Christo contraria faciet" (Adson, De ortu et tempore antichristi, Turnhout 1976, Brepols, p. 3).
Redazione di Riscossa cristiana, 10 dicembre 2015. Come è buon uso nelle vicende in cui la paternità dei fatti diventa evanescente con il crescere dei rumori di sconcerto e di dissenso, anche in questo caso conviene cominciare dalla fine: è sempre lì che si trova la rivendicazione. E mentre le rivendicazioni delle Brigate Rosse si trovavano nelle cabine telefoniche o nelle mense aziendali, mentre quelle del terrorismo 2.0 si trovano nei siti web, quella dell’osceno spettacolo che la sera dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione di Maria, ha profanato la basilica di San Pietro si trova sulla piccola Pravda del sedicente cattolicesimo italico, detta anche “Avvenire”. A pagina 8 del numero in edicola oggi, giovedì 10 dicembre, a firma Mimmo Muolo il giornale dei vescovi italiani spiega che le critiche “circolate attraverso i social network non sembrano tener conto di un elemento che fonti vaticane sottolineano invece con convinzione: Si è trattato di un momento perfettamente in linea con l’insegnamento della Laudato si’. In pratica la sua trasposizione per immagini, un modo per parlare della bellezza del creato e per far riflettere sull’attività umana che quella bellezza sta mettendo a rischio”. Così dixit “Avvenire” che, per completezza di rivendicazione, spiega pure che la proiezione è stata “realizzata con il patrocinio della Banca Mondiale e offerta a titolo gratuito al Vaticano”.
Per gli amanti del genere, nella stessa pagina della piccola Pravda del sedicente cattolicesimo italico, c’è anche il momento della tenerezza, con l’intervista a Louie Psihoyos, il regista dello storico evento, che comincia così: “Il Papa non l’ho incontrato, ma qualcuno mi ha detto che ha guardato le immagini che scorrevano su San Pietro dalla finestra della sua stanza e che gli è piaciuto”. Dato che non c’era nessuna immagine di Nostro Signore a ingombrargli la vista, e dato che con cotanto evento iniziava in modo trionfalistico il giubileo della sua canonizzazione mondana, non si capisce come avrebbe potuto essere altrimenti.
D’altra parte, non si potevano nutrire dubbi sulla paternità degli avvenimenti. Con una rivendicazione preventiva, l’orrenda messa in scena era stata annunciata da monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione delle Nuova Evangelizzazione, come proiezione sulla facciata di San Pietro di “immagini ispirate alla misericordia, all’umanità, al mondo naturale e ai cambiamenti climatici”. “Un’opera d’arte contemporanea” sempre secondo monsignor Fisichella “che racconta la storia visiva della dipendenza reciproca degli uomini e della vita sulla terra con il pianeta, al fine di educare e ispirare un cambiamento sui temi del cambiamento climatico senza distinzione di generazioni, culture, lingue, religioni e classi”.
Dunque, non l’Isis ha profanato il cuore della cristianità, non gli estremisti del credo laico hanno fatto scempio del credo cattolico, non i soliti artisti blasfemi e affetti da coprolalia hanno lordato la fede di tanti cristiani. Non c’era bisogno di perquisizioni e di metal detector per sbarrare l’ingresso ai vandali nella cittadella di Dio: erano già dentro le mura e avevano già innescato la loro bomba in multicolor e in mondovisione al calduccio della stanza dei bottoni.
Chi siano gli sponsor e i committenti che hanno offerto questo inquietante spettacolo “a titolo gratuito al Vaticano” è già stato spiegato in un articolo pubblicato da Vigiliae Alexandrinae (vedi qui) e ripreso da Riscossa Cristiana (vedi qui): il peggio del mondialismo anticristico, su cui non occorre ritornare. Ma non si può tacere che questo universo oscuro sia stato preso sottobraccio dalla Chiesa cattolica guidata dal vescovo venuto dalla fine del mondo, non certo per convertirlo ma per farsi convertire: laddove ve ne fosse ancora bisogno, perché, se il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione delle Nuova Evangelizzazione dice quello che ha detto a proposito dello scempio avvenuto in San Pietro, non vi possono essere più dubbi sul contenuto come minimo a-cristiano della “Nuova Evangelizzazione”.
Il tempo delle illusioni è finito. Non c’è più una terra di nessuno in cui acquattarsi dentro una buca sperando che le bombe cadano altrove. Non è più possibile illudersi che ci sia ancora qualcosa da salvare nell’osceno magistero di questi pastori di anime morte, di questi chierici del dubbio e del nulla che nominano Dio invano e si accaniscono sul suo Corpo Mistico e profanano il suo Corpo Eucaristico.
Ha un bel dire, monsignor Fisichella, ma le immagini che hanno cancellato la basilica di San Pietro agli occhi dei fedeli non sono affatto ispirate alla misericordia. Non alla misericordia insegnata da Cristo, l’unica che, d’altra parte, ha titolo di chiamarsi con questo nome. Sono il catechismo popolare della nuova religione che Bergoglio ha codificato nell’enciclica in verde tanto gradita ai potenti della Terra. Così come un tempo, tanto nelle cattedrali quanto nelle cappelle di campagna, gli affreschi, i quadri, le statue insegnavano la fede cattolica ai poveri e agli illetterati, la sera dell’8 dicembre, Festa dell’Immacolata Concezione di Maria, è stato inaugurato il nuovo barocco elettronico per edificare il popolo nelle nuova religione della tenerezza ambientale di cui Bergoglio e il sommo pontefice.
Quelle immagini sono il catechismo figurato di una religione che ha eretto a dogma la misericordia separata dalla giustizia. Una misericordia che può essere molto spietata, basta che lo voglia chi ha il potere di esercitarla poiché chi può decidere autonomamente di essere buono può anche decidere autonomamente di essere cattivo. Una misericordia che condensa in una sola parola la triade tremenda di liberté, fraternité, egalité e, come quella trinità rivoluzionaria, mentre finge di irrorare di miele le ferite del mondo, chiede il sangue di chi non vi si inchina e non vi accende il granello di incenso.
La neochiesa della misericordia è quella che si intenerisce davanti al destino dei microrganismi e proietta l’immagine di teneri animali sulla facciata di San Pietro e poi manda sotto processo e toglie il lavoro al professore di religione che mostra agli allievi un documentario sull’aborto. È quella che fa volentieri rotolare le teste di sacerdoti, vescovi e cardinali incapaci o solo esitanti nella resa al mondo. È quella che distrugge ordini fiorenti perché rappresentano il sopravvivere della Tradizione dentro una Chiesa che non ne vuole più sapere. È quella che espelle dagli organi di stampa e chiude le porte anche dell’ultimo oratorio ai pochi laici che osano continuare a essere cattolici.
Questa neochiesa si è palesata definitivamente, se ancora ve ne fosse bisogno, con l’orrendo spettacolo andato in scena in San Pietro la sera dell’8 dicembre, non lo si ricorderà mai abbastanza, Festa dell’Immacolata Concezione di Maria. E bisogna riconoscere che tutto si è svolto in un modo perfetto, con quelle immagini di animali stupidamente teneri, di bestie educatamente feroci, di ambienti orribilmente incontaminati che hanno rivestito fino quasi a soffocarlo il cuore della “Vecchia Religione”.
Tigri, leoni, leopardi, orsi sono stati intronizzati come vitelli d’oro sulla facciata del luogo in cui è sepolto il principe degli apostoli, sono stati presentati all’estasi di una folla istupidita e ignara, in attesa di scendere nella piazza e fare strage delle anime di chi li invoca senza neppure saperlo, come in una sorta di Bataclan tremendo e potente ben oltre quello di Parigi: e poi di entrare nel tempio di Cristo per farsi adorare sul suo altare.
E non si può tacere che le immagini di quegli animali sono state ammirate dal Papa “dalla finestra della sua stanza” proprio lì, nei luoghi in cui i cristiani venivano martirizzati e sbranati dalle belve perché non avevano accettato di inchinarsi al mondo.
Non sta ai poveri uomini stabilire come e quando la Provvidenza deciderà, se lo deciderà, che la misura è colma. Ma è da stolti cercare il buono dove non può esserci solo perché è troppo doloroso ammettere che in quel luogo non c’è più. Il che non vuol dire che la Chiesa cattolica viene o verrà meno, vuol dire la Chiesa cattolica è occupata da falsi profeti che stanno cercando di deturparla, di farne un falso oracolo invertito che porti gli uomini alla perdizione.
E non si può dire che non lo stiano dicendo con chiarezza. Al termine della sterminata Laudato si’, dopo aver sorriso sul destino dei poveri microrganismi che tanto intenerisce il mite Bergoglio, si può solo provare sgomento pensando che quelle pagine sono vergate e firmate dal Vicario di Cristo. Lo spettacolo che il poetico Bergoglio ha ammirato dalla sua finestra la sera dell’8 dicembre può solo mettere i brividi per la ferocia che nasconde sotto il tenero manto di una misericordia senza Cristo. E, forse, vale pena di ricordare che, proprio l’8 dicembre, Festa dell’Immacolata Concezione di Maria, entrava in vigore il motu proprio con cui il provvidente Bergoglio ha sottratto il sacramento del matrimonio ai diritti di Dio per consegnarlo alle voglie matte degli uomini.
Ormai è tutto chiaro, cari amici che ancora vi illudete che sia in atto una finissima strategia per conquistare il mondo a Cristo pensata da questi pastori delle anime morte. Non saranno i tagliagole islamici o di chissà quale altra religione a venirci a prendere per l’atto finale. Non saranno i fanatici dell’apocalisse laica a farci inginocchiare davanti alle divinità dei tempi nuovi e delle terre nuove. Saranno coloro che si professano cattolici, in nome di una Nuova e Tremenda Evangelizzazione, gli esecutori delle condanne emesse dal mondo e dal suo padrone contro coloro che non accetteranno di portare il numero della Bestia.
Allora, sì che tutto sarà compiuto, nei disegni dell’avversari di Cristo. La Chiesa, che un tempo aveva nel potere civile il suo braccio secolare, sarà divenuta il braccio spirituale del potere laico. L’inversione avrà soddisfatto i desideri dell’avversario di Cristo. Ma proprio allora, se almeno qualcuno avrà continuato a sperare contro ogni disperazione, la Provvidenza avrà vinto.
Fonte: Riscossa cristiana (vedi qui)
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