Karolina Larusdottir - La Processione |
Nei Cori da La Rocca (vedi qui il testo inglese) il grande scrittore Thomas S. Eliot fa risuonare questa domanda: «È l’umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità?». Eliot, contemplando l’ateismo dei nostri tempi, dei tempi moderni, dice che «hanno abbandonato Dio per nessun Dio». Ma la causa sta nella Chiesa o nell’umanità? È l’umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità? Tutt’e due. E nella Chiesa in che modo si è abbandonata l’umanità? Semplicemente con la protestantizzazione del Cristianesimo. Non cogliendo più il Cristianesimo nella sua interezza. L’eresia è sempre una riduzione. La Chiesa ha abbandonato l’umanità quando la Chiesa si è protestantizzata. Ma allora dobbiamo andare avanti chiedendoci: che cos’è il Protestantesimo?
Che cos’è questa differenza tra il Cattolicesimo e il Protestantesimo? C’è un bel capitolo del libro di Davies (vedi qui, qui e qui) sulla riforma liturgica anglicana intitolato “Cattolicesimo, religione dell’incarnazione”. E prendo da questo capitolo una citazione del grande Newman. Il Cardinal Newman a un certo punto dice che se gli avessero domandato di scegliere una dottrina come base della nostra fede, avrebbe risposto: «Io direi che, per quanto mi riguarda, l’Incarnazione è al cuore del Cristianesimo», cioè che il Verbo si fa uomo, che Dio si fa uomo, «l’Incarnazione è al cuore del Cristianesimo. È di là che procedono tre aspetti essenziali del suo insegnamento: il sacramentale, il gerarchico e l’ascetico», tutte tre gli aspetti.
I tre aspetti discendenti dall’Incarnazione: sacramentale, gerarchico e ascetico
Sarò brevissimo. Discendono dall’Incarnazione i tre aspetti del Cristianesimo: sacramentale, gerarchico, ascetico. Allora dobbiamo stare attenti, noi che ci sentiamo chiamati a difendere la Tradizione, o che comunque riconosciamo il Cattolicesimo compiuto come quello della Tradizione, dobbiamo stare attenti a non spiritualizzare questa ricerca della Tradizione. Occorre riconoscere che dall’Incarnazione di Cristo, dall’incarnazione di Dio, discendono i tre aspetti. Il sacramentale: e facciamo bene a difendere l’integrità dei sacramenti. Il gerarchico: non possiamo essere dei rivoluzionari nella Chiesa, e dobbiamo riconoscere che la Chiesa è visibile e che ha una gerarchia, anche quando la gerarchia non esercita pienamente la sua autorità; noi siamo in una crisi così: ci sono vescovi che non fanno i vescovi, ci sono preti che non fanno i preti, ci può essere il Papa che non sempre esercita con coraggio il mandato petrino, ma nonostante questo occorre riconoscere l’aspetto gerarchico. Come anche bisogna riconoscere l’aspetto ascetico: non è perché la Chiesa è in crisi, che io non debba farmi santo, che io non debba rinunciare al peccato, e non debba domandare la grazia di una vera conversione, e lavorare faticando, perché questa conversione avvenga in me, soprattutto in me, oltre a pregare perché avvenga negli altri e nella Chiesa tutta. Stiamo attenti allora a non ridurre in senso protestantico la lotta per la Tradizione, a non essere i protestanti della Tradizione.
Non possiamo rifugiarci in una chiesa spirituale. Il pericolo della protestantizzazione
No, noi riconosciamo che l’Incarnazione è il dogma fondamentale e che da questo discendono i tre aspetti: sacramentale, gerarchico e ascetico. Per essere cattolici è necessario che questi tre aspetti siano presenti. Questo non vuol dire non denunciare la crisi. Si denuncia la crisi del sacramentale, quando i sacramenti sono contraffatti e non si lavora perché le persone li ricevano secondo le condizioni che portano frutto. Si denuncia la crisi della gerarchia dove chi ha un posto di comando come pastore non lo esercita o si assoggetta alla cultura dominante (e questo è drammatico!). Di fronte al lassismo, per cui c’è la crisi dell’aspetto ascetico, noi non possiamo rifugiarci in una chiesa spirituale. La Chiesa è una sola ed è quella che vediamo! Tutto ciò dipende dall’Incarnazione, ma è questo che ci fa cattolici. I cattolici non possono fuggire dal visibile, dall’incontrabile, da un’obbedienza evidente alla Chiesa. Stiamo attenti, perché il Protestantesimo combattuto, uscito dalla porta, rientra dalla finestra, se non vigiliamo. Tutto questo può aprire mille domande, può far soffrire, ma a ciò non possiamo rinunciare, perché così rinunceremmo al Cattolicesimo stesso. Pensiamoci bene, facciamoci guidare da Maria Santissima in questa vigilanza. Sia lodato Gesù Cristo!
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