Riportiamo qui di seguito la lettera che Monsignor Benoît Rivière, vescovo di Autun, Chalon e Mâcon, nonché Abate di Cluny, ha scritto ai musulmani residenti nella sua Diocesi. L'"incoraggiamento alla preghiera" rivolto agli eretici da parte di un vescovo e l'indicazione del ramadan come di un "tempo privilegiato consacrato a Dio" rappresentano ormai il cliché di una pastorale, e di una teologia, apertamente anti-trinitaria praticata ostentatamente in molte Diocesi. La novità nella lettera di Monsignor Revière è la sollecitudine con cui si coniuga l'ideologia ecumenica con la "salvaguardia della casa comune" sostenuta da Francesco nell'enciclica "Laudato si". Nella visione del vescovo francese si profila una neutralizzazione che attende di realizzarsi nella prossima stazione del disvelamento storico ("l’umanité entière" nella "maison commune"), e una distinzione attuale tra l'umanità intera e "nous croyants", cristiani e musulmani, portatori di una rivelazione e di un credo comune ("création par Dieu"). Attualmente cristiani e musulmani, i "credenti", hanno una maggior consapevolezza della casa comune, una consapevolezza che sarà, e in parte già è, dell'intera umanità. In realtà, mentre la storia del mondo fluisce verso la parusia dell'anticristo, la storia della Chiesa è "già e non ancora" nella Parusia di Cristo. Ogni ecumenismo e ogni neutralizzazione dell'immagine di Cristo e della fede nella Trinità costituisce in fondo il tentativo di sostituire la "maison commune" all'"ecclesia". Con le conseguenze che un vescovo cattolico dovrebbe conoscere e riconoscere.
« Chers amis,
En ce début de Ramadan qui commence pour vos communautés de Saône-et-Loire, c’est avec beaucoup d’amitié et de respect que je vous écris aujourd’hui ce message d’encouragement et de prière.
Je souhaite que chaque musulman et chaque musulmane puissent vivre ce temps privilégié consacré à Dieu dans la sérénité personnelle et la joie de se retrouver ensemble.
Avec vous, frères musulmans, nous dialoguons régulièrement, sur les questions pressantes qui se posent à notre société. La violence, le racisme, nous les condamnons sans cesse, ensemble. La protection des faibles, le soutien aux plus démunis, l’accueil de l’étranger, nous les portons, ensemble.
Au lendemain de la parution de la Lettre encyclique du Pape François sur l’écologie, la solidarité universelle pour la protection de la terre constitue un appel urgent qui concerne l’humanité entière. Pour nous, croyants, nous voyons dans la nature ce surcroît de sens lié à sa création par Dieu. Cette préoccupation de « sauvegarde de la maison commune », nous la partageons donc aussi, ensemble.
Vous allez vivre un mois pour Dieu et pour votre communauté : que ces jours constituent, pour chacun de vous, ressourcement spirituel et approfondissement de foi.
Que la paix soit avec vous.
Je vous renouvelle mes salutations les plus fraternelles.
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RispondiEliminaQuesto discorso di bassezza vergognosa è anche di profonda stupidità. Nella situazione presente in Francia un vescovo è chiamato a salutare i musulmani, e a dare alcuni segni di simpatia. E' certissimo che con i musulmani (che sono esseri religiosi, pur avendo un pacco di idee false e sopratutto di pregiudizi sulla natura della religione vera) la relazione deve esser più rispettosa che con gli atei, materialisti, criminali, ecc., giustamente qualificati di kufar dai musulmani. Il problema non è nel fatto di salutare con parole ben educate i musulmani. E' nel fatto di far l'intelligente davanti di loro con argomenti falsi. Nel piccolo discorso di questo vescovo, troviamo allo stesso tempo i cenni dell'ignoranza supina di ciò ch'è i musulmani possono accogliere (buone relazioni umane per quanto sono possibili, dignità, dunque astenzione di ogni intromissione pubblica nel campo religioso-dottrinale) e l'allineamento su i dettami dell'ordine "occidentale" (giustamente) odioso a molti (perché il tema della "casa comune" non è altro che l'ideologia occidentale dei kufar, appunto). Conclusione: questo vescovo permette di verificare il degrado umano profondo di vescovi, in Francia e altronde. A mi sembra che si tratti di debilità culturale, radoppiato da un problema morale (recitare per il loggione).
RispondiEliminaCon un cordiale saluto