Quasi come conferma di quanto recentemente annotato nella chiosa alla Lettera ai conservatori perplessi di Radio Spada (qui) riprendiamo da Chiesa e postconcilio (qui) la preziosa testimonianza di un sacerdote cattolico, uno tra i molti in tutto il mondo, giunto al vetus Ordo grazie al Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Di fronte a queste parole viene da ripetere con Sant'Agostino di Ippona: "Securus judicat orbis terrarum".
Alla Pontificia Università Gregoriana il prof di liturgia ha sempre insegnato che il "prima della chiesa era qualcosa di incomprensibile e inutile. Qualcosa da cambiare". Tutto questo sdegno mi ha spinto a cercare cosa c'era... Tante cose è stato un bene lasciarle, altre un grosso male. Oggi ricorre il mio primo anniversario che, seguendo le indicazioni del Sommo Pontefice Benedetto XVI nel Summorum Pontificum, mi sono accostato all'altare del Dio della mia giovinezza.
Ho trovato una ricchezza incommensurabile nel Rito Romano ante riforma; ho letto e scoperto il vero senso del sacerdozio che, come insegna il Concilio Vaticano II, è differente dal sacerdozio battesimale per gradi ed essenza (LG 10), e si pone come un ponte che dona agli uomini la grazia di Dio e a Dio porta le preghiere del popolo. Ho scoperto il senso del sacro e la potenza della Messa come ripresentazione viva ed efficace della Croce di Cristo Signore. Che meraviglia e che gran dono!
Non ho trovato ostacoli tra la gente comune, quelli che a Messa vanno per fede, ma tra i sacerdoti, che mi hanno visto come uno da eliminare, come uno che "gioca alla messa". Ebbene, riprendendo la sapienza degli Atti degli Apostoli, chiedo: se questo rito è considerato come vecchio e noioso, incomprensibile... Perché lo temete? Perché odiate chi lo celebra? Perché gli spezzate le gambe in segreto? Se è volontà di Dio che questo venga celebrato, lasciate fare... Se è volontà umana, prima o poi passerà come tutti i capricci umani. Non fate che vi troviate a combattere contro Dio!
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