mercoledì 28 luglio 2021

American Trads. Il Wall Street Journal su Traditionis Custodes

Ci è stato segnalato un interessante testo, pubblicato nella versione cartacea del Wall Street Journal del 22 luglio 2021 (vedi qui), che riportiamo qui di seguito nella nostra traduzione. È interessante che un grande giornale americano abbia ritenuto di occuparsi del Motu Proprio Traditionis Custodes affidando un articolo a una penna amica della Tradizione cattolica. Il testo contiene una preziosa citazione del Cardinale Newman che potrebbe divenire la divisa della resistenza a un provvedimento ingiusto, e ripercorre intelligentemente, con alcuni accenni che toccano la memoria anche del lettore europeo, lo sviluppo del movimento cattolico per la Messa tradizionale (la “TLM”) negli Stati Uniti, fino alla dura prova cui è oggi sottoposto. L’Autore, Matthew Walter, che è attualmente direttore della raffinata rivista di cultura cattolica The Lamp (vedi qui), collabora e ha collaborato con First Things, The Spectator, The Catholic Herald e National Review.
 


Kalamazoo, Michigan 

I furgoni si mettono in fila ben prima delle 8 del mattino e ce ne saranno altri a mezzogiorno. Ci vuole tempo prima che tutti escano da questi grandi modelli, pieni di sedili. Poi le mamme con il velo o il cappello di paglia legano i bambini al torace e seguono attraverso il parcheggio i loro mariti, anch’essi con bambini piccoli su ogni braccio. Questi cattolici stanno affollando la chiesa di Saint Mary, sede de facto della Messa in latino nella Diocesi prevalentemente rurale di Kalamazoo, per uno specifico obbligo religioso.

A St. Mary’s, nonostante i lockdown dello scorso anno, la partecipazione complessiva è cresciuta, più velocemente che in qualsiasi altra parte della Diocesi, ed è quasi raddoppiata dal 2020. In questi giorni le Messe domenicali tradizionali della parrocchia contano una media di circa 225 fedeli. Altre parrocchie americane hanno ottenuto analoghi incrementi di fedeli offrendo ciò che i devoti chiamano TLM [Traditional Latin Mass] o Vetus ordo ("Vecchio Ordine"), un riferimento scherzoso al Novus Ordo promulgato nel 1970.

Le comunità stabili della Messa in latino, a cui appartengono famiglie come la mia, sarebbero state irriconoscibili per i cattolici tradizionalisti negli Αnni ’80 e ’90. A quei tempi molti guidavano per diverse ore per assistere a Messe scarsamente frequentate, celebrate in orari strani nelle sale dell’American Legion o negli scantinati delle case private. Poteva anche capitare che alcune famiglie arrivassero con il prete al seguito, e che lo portassero poi alla fermata successiva come un ecclesiastico di frontiera. 

Oggi molti giovani sacerdoti celebrano quotidianamente la tradizionale Messa. Vecchi messalini tenuti insieme con il nastro adesivo sono stati sostituiti da costosi volumi rilegati in pelle. Austere celebrazioni di mezz’ora hanno lasciato il posto in alcune parrocchie a regolari Messe solenni che richiedono cerimoniere, sacerdote, diacono e suddiacono. Gli standard liturgici in alcune parrocchie potrebbero ora essere superiori a quelli precedenti il Concilio Vaticano II.

Papa Benedetto XVI ha creato questo mondo. Nella sua lettera apostolica Summorum pontificum (2007) il Santo Padre ha concesso a qualsiasi sacerdote l'autorizzazione di celebrare la Messa nel rito antico e ha permesso ai laici di richiederne la celebrazione ai propri vescovi. Ciò che alcuni si aspettavano che corrispondesse a una disposizione limitata agli anziani e ad alcuni eccentrici è cresciuto in modo esponenziale.

Ora papa Francesco è determinato a porre fine a tutto questo. La scorsa settimana ha emanato un Motu Proprio che abroga il decreto del suo predecessore. Sembra insinuare che le cose siano andate troppo oltre e minaccino di annullare le riforme liturgiche degli Anni ’60. Il graduale superamento del nuovo rito emerso dopo il Vaticano II era infatti l'ambizione, espressa solo a metà, di molti tradizionalisti. Fino a poco tempo fa molti si attendevano un futuro in cui la “forma straordinaria” della Messa, come l'ha definita Benedetto, sarebbe divenuta ordinaria.

I vecchi trads, che ricordano i giorni delle Messe “don’t ask, don’t tell” [non chiedere, non dire] nelle cappelle private, si sono dimostrati tendenzialmente ottimisti. Michael Matt, direttore del Wanderer, un giornale cattolico tradizionalista, ha recentemente definito il decreto del Santo Padre una conferma del vigore del vecchio rito. E ha invitato i fedeli a resistere ai loro vescovi e persino allo stesso Papa.

Per molti versi questo è un ritorno a una norma una volta consolidata. Quando Benedetto emanò il Summorum pontificum, coloro che erano legati al vecchio rito erano stati trattati come paria per quasi 40 anni. Da allora è diventato comune che i sacerdoti di mentalità tradizionale siano incaricati della cura delle vocazioni o dei tribunali matrimoniali diocesani.

Questo spiega perché tanti di noi, che sono giunti all'età matura durante l’epoca del Summorum pontificum, si sentono come se il sole fosse caduto dal cielo. Decine di persone mi hanno detto che venerdì scorso è stato il giorno peggiore della loro vita. Mia moglie era una di loro. 

I membri della mia famiglia e migliaia come noi sono figli e figlie obbedienti della Chiesa. Facciamo di buon grado sacrifici per la fede, ma ora stiamo subendo una dura punizione che non verrebbe mai inflitta a coloro che sfidano apertamente l’insegnamento papale sull'aborto, per esempio. Mentre i cattolici liberali si compiacevano, mi sono venute in mente queste parole di San John Henry Newman: «Perché dovrebbe essere permesso a una fazione aggressiva e insolente di far piangere i cuori dei giusti che il Signore non ha addolorato? Perché non possiamo essere lasciati soli quando abbiamo perseguito la pace e non abbiamo meditato il male?».

Molti vescovi francesi, britannici e americani a quanto pare sono d’accordo e hanno annunciato che permetteranno a comunità come quella di St. Mary di rimanere così come sono. Il Vescovo Edward Scharfenberger di Albany, N.Y., è andato oltre e ha elogiato i «preziosi contributi apportati alla vita della Chiesa» dalla celebrazione della Messa tradizionale, che egli definisce un «bene pastorale e spirituale».

Ora aspettiamo. Dopo mezzo secolo di crollo delle vocazioni, come tratterà Roma i sacerdoti neo-ordinati che devono ora chiedere il permesso per dire la Messa tradizionale? Se vengono respinti, allora che cosa fare? Indipendentemente da ciò che accadrà, questo non era il futuro che molti di noi attaccati alla Messa tradizionale speravano. I furgoni continueranno a essere pieni, ma non c'è da stupirsi se i viaggi presto diventeranno più lunghi.

1 commento:

  1. Fuori argomento, scusate.

    SIC TRANSIT LATINITAS ECCLESIAE

    Qui: https://www.facebook.com/scholalatina.it il commento arguto d’una prestigiosa associazione di latinisti sugli sgangheratissimi cinguettii pseudolatini messi in bocca a Francesco (https://twitter.com/pontifex_ln): “Sic transit latinitas Ecclesiae”!

    Con altri commenti non meno arguti: “La colpa dev’essere del traduttore di Google”... Uno dice: “M’han fatto correggere un testo che neanche un ragazzino a scuola, alle prime armi...” E uno: “Ma chi scrive codeste cose? Chiunque sia, si vergogni!”

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