domenica 15 agosto 2021

Su nostra Signora nel corpo. Una meditazione del Cardinale John Henry Newman sulla Festa dell'Assunzione

Juan Martin Cabezalero - Assunzione di Maria
Delle annotazioni di John Henry Newman sui propri sermoni abbiamo già pubblicato il testo sulla Pentecoste (vedi
qui con una breve introduzione all’opera). Riportiamo ora, nella nostra traduzione,  il testo per l’Annunciazione che il Santo teologo inglese pone sotto il titolo “On our Lady as in the Body”. Nel solco della Tradizione della Chiesa e con evidenti richiami agli scritti dei Padri (specialmente, come sembra, a San Giovanni Damasceno), Newman offre un prezioso schema di riflessione le cui connessioni teologiche (con l’Immacolata Concezione e con il mistero dell’Incarnazione e della morte e resurrezione del Signore) possono portare a una visione profonda del dogma che oggi si festeggia. Ricorrono in particolare i temi della preservazione di Maria dal peccato originale, della sua esistenza “inviolata e intemerata”, dell’attesa della Vergine sulla terra, preceduta dai Padri dell’Antico Testamento nella visione del volto del Figlio, mentre tutto il sermone finisce per soffermarsi sulla «spada nel cuore» della Madre di Dio, spada di dolore e di amore che fu contemporaneamente ragione della sua morte e della sua assunzione in cielo. 

1. INTRODUZIONE. QUESTIONE. Ci si chiede se questa festa non sia incompatibile con l’Immacolata Concezione. Infatti come potrebbe nostra Signora morire, se non ha ereditato il peccato di Adamo? 

2. RISPOSTA. Perché Ella era sottoposta alle leggi della natura caduta, e ne ereditò i mali, eccetto ciò che concerne il peccato. Così nostro Signore benedetto patì fatiche, dolore e morte. Allo stesso modo Ella non ebbe perfetta conoscenza sin dall’inizio. Ebbe bisogno di un riparo, di vestiti etc., non trovandosi in un giardino come i nostri progenitori.

3. Quindi, dal momento che tutti gli uomini muoiono, anch’Ella morì. Nostro Signore morì. 4. Eppure anche per ciò che riguarda il suo corpo, nostro Signore osservò una speciale dispensazione che la riguardava. Infatti non fu soltanto preservata dalle malattie, ma anche dalla tortura, dalle ferite etc. 

5. Accadde così che Ella che era inviolata, intemerata, non dovesse avere alcuna ferita.

6. La differenza tra gli uomini e le donne in tempo di guerra. Le donne proteggono e rimangono a casa. Quante mogli, o sorelle o figlie, soffrono nello spirito, e le hai sentite dire: «O, se fossi un uomo!». Ed esse soffrono nell’anima, come soffrirono per la Croce i santi che non furono martiri. E dunque Maria aveva una spada nel suo cuore. E questo fu il suo dolore. 

7. Perciò Ella ci mostra lo straordinario esempio di un’anima sofferente, ma non il corpo. 

8. Ella visse pertanto fino alla piena età di un essere umano. E in ciò fu differente da nostro Signore.

9. Che immagine ci è così offerta! Immaginatela a trent’anni, a quaranta, a cinquanta, a sessant’anni, con un aspetto ancora meraviglioso e giovane, ogni anno più celeste. Crebbe nella bellezza, e la sua anima crebbe nella grazia e nel merito. 

10. E poi immaginate il suo crescente dolore per l’assenza di Cristo, ché Ella visse quindici o sedici anni senza di Lui!

11. Sulla lunga vita e attesa dei patriarchi antediluviani. Giacobbe: «Ho atteso la Tua salvezza, o Signore!»; Mosè; Daniele; Maria come le anime nel Limbus Patrum, benché il tempo della sua attesa sia stato più breve. Fu come il purgatorio, un’attesa del volto di Cristo, ma qui un’attesa accompagnata dal merito e non dal peccato. 

12. Non deve dunque meravigliare la pia credenza che Ella sia morta d’amore. Soltanto l’amore poteva uccidere il suo corpo. Fu una contesa fra anima e corpo. Il corpo così forte, l’anima così desiderosa di Dio. Nessuna malattia poteva uccidere quel corpo. Che cosa l’uccise? L’anima, affinché essa potesse giungere in cielo.

13. (1) Di struggimento; e (2) di aspirazione alla libertà. 

14. Fu quindi conveniente che, quando Ella divenne libera, il Figlio non lasciasse il suo corpo così vinto e sopraffatto, e che, nello stesso tempo in cui l’anima conquistò la vittoria, Egli sollevasse il suo corpo incorrotto. 


15. L’Avvocata nostra nel cielo.

Nessun commento:

Posta un commento