domenica 31 maggio 2020

Svotò la pienezza della Sua misericordia sui di noi. Una meditazione sulla Pentecoste del Cardinal Newman

Le annotazioni di John Henry Newman sui propri sermoni furono donate dall’esecutore testamentario del Cardinale, p. William Neville, a p. Henry Bellasis dell’Oratorio di Birmingham come regalo di Natale. Quest’ultimo ricorda che p. Neville gli spiegò che il santo Cardinale “aveva la consuetudine di recarsi nella sua stanza dopo un sermone e di scrivere in forma di note ciò che aveva detto”. Dalla raccolta di queste annotazioni è nato un libro – oggi: Sermon Notes, Aeterna Press, 2015 vedi qui – che, oltre a offrire un itinerario nella vita spirituale del grande teologo inglese, può essere utilizzato come un testo di riflessione sulle principali feste della Chiesa e sui dogmi cristiani. In occasione della Pentecoste riportiamo qui di seguito le note sul giorno in cui Dio Onnipotente “svotò la pienezza della Sua misericordia sui di noi”. Il testo, che si conclude con il ricordo dell'effusione dello Spirito Santo nel cuore di San Filippo Neri in preghiera "per la Cristianità caduta" nelle Catacombe di San Sebastiano (era la Pentecoste del 1544), è scarno, come dev’essere, ma colmo di preziosi temi scritturali e patristici. In particolare il riferimento finale al refrigerium donato dallo Spirito Santo alle anime Purgatorio ci riporta alla Chiesa dei Padri e all’Antichità cristiana: non le libazioni (refrigeria) sulle tombe dei morti, ma lo Spirito Santo, invocato dai vivi nella preghiera, promette e dà in anticipo alle anime purganti il ristoro. Come si legge nel Salmo 66,12, su cui si soffermarono Sant’Ambrogio e Origene: “Transimus per ignem et aquam et eduxisti nos in refrigerium”.


Pentecoste (Whitsunday)

1. Introduzione. Se arriveremo in cielo, la meravigliosa pace sarà la nostra grande beatitudine, la beatitudine del giungere della fine. E non soltanto della fine, ma anche della consumazione, perché non soltanto il lavoro sarà terminato, ma la nostra ricompensa sarà arrivata.

2. Oggi massima è l’approssimazione a questa consumazione. Descrivi “in un luogo” [At 2,1: “Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”]. Oggi celebriamo il giorno in cui Dio Onnipotente esaurì i Suoi doni su di noi. Da lungi erano stati promessi, ma in questo giorno tutti furono riversati. In questo giorno svotò la pienezza della Sua misericordia su di noi.

3. Da tempo abbiamo seguito la via, da Natale a Pasqua etc.; ma ora è giunta la fine. Siamo chiamati a esser grati e a godere di ciò che abbiamo anticipato.

4. Così, e ancor più sorprendentemente, fu nel giorno della prima Pentecoste. Per secoli la Chiesa attese questo giorno.

5. E fu ancora così differente dalle loro aspettative. Lo stesso accade a noi. Noi preghiamo, e non otteniamo la nostra risposta. Eppure lo facciamo in modo più elevato. Così facevano gli Apostoli. Essi non sapevano che il loro Signore doveva soffrire; che Egli doveva andarsene. Eppure diceva: “Perché, se non vado, non verrà a voi il Consolatore” [Gv 16,7]. Eppure la pienezza, quando giunse, non li deluse.

6. Tutte le nostre infermità, tutti i nostri peccati, sono rovesciati nella venuta dello Spirito Santo. Sparito è il peccato, sparita la paura.

7. Tutto ciò che abbiamo di buono viene da questo giorno. Tutti i sacramenti da questo giorno. Se c’è il battesimo, è da questo giorno. E così per la Confermazione, per la Penitenza, per la Santa Eucaristia. E per la fede, per la speranza e per la castità.

8. È vita per la morte. Se siamo inariditi, se siamo freddi, se siamo deificati [sic], malati, feriti, è il dolce respiro rinfrescante. Se dobbiamo vincere il nemico. Se dobbiamo avere un refrigerium in Purgatorio. Se alla fine ascenderemo in Cielo.

9. Questo giorno è in particolare la festa di San Filippo. Egli pregò per la Cristianità caduta. Così facciamo anche noi.

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