venerdì 8 dicembre 2017

Ancora sul fenomeno di Medjugorje. La relazione di don Giorgio Ghio sul libro di D.A. Foley alla FTL

Il 13 novembre 2017 a Lugano presso la Facoltà Teologica è stato presentato il libro di Donal Anthony Foley, Comprendere Medjugorje. Visioni celesti o inganno religioso? (Cantagalli, Siena 2017). Il pubblico ha qui potuto ascoltare, oltre alle relazioni del Professor Dott. Manfred Hauke (vedi qui) e del Dottor Andrea Sandri (vedi qui), cui si deve la traduzione italiana del volume, un interessante e puntuale intervenuto del Dottor don Giorgio Ghio che pubblichiamo qui di seguito.

Vorrei soffermarmi brevemente sull’aspetto ecclesiale del “fenomeno Medjugorje”.

a) Criteri di discernimento

La Chiesa Cattolica dispone di validi strumenti per la valutazione di fatti di presunta origine soprannaturale. Ci sono anzitutto i rigorosi criteri indicati dal cardinale Lorenzo Lambertini (il futuro papa Benedetto XIV) nel suo monumentale De servorum Dei beatificatione et de beatorum canonizatione, composto tra il 1734 e il 1738, in un’epoca in cui la Chiesa aveva un forte interesse, per evitare gli attacchi degli illuministi, a riconoscere correttamente i fenomeni che superano l’ambito della natura creata. In tempi più recenti, nel 1978 sono state diramate a tutti i vescovi del mondo le Normae della Congregazione per la Dottrina della Fede già ricordate dal professor Hauke, poi pubblicate nel 2012. Infine abbiamo a disposizione l’insegnamento secolare della teologia ascetica e mistica, che ha prodotto una sterminata bibliografia. Strumenti atti all’accertamento della vera natura di un fenomeno, quindi, non mancano di certo. Il libro del dottor Foley vi fa più volte riferimento (solo per dare qualche esempio, cf. pp. 292ss, 298ss).

b) Prese di posizione delle autorità competenti

Monsignor Pavao Žanić, vescovo della Diocesi di Mostar dal 1980 al 1993, nel 1982 istituì, in qualità di autorità competente in materia, una prima commissione, poi ampliata due anni più tardi, che fornì un responso di non constat de supernaturalitate, inviato all’allora cardinal Ratzinger nel maggio del 1986 (cf. pp. 83, 249, 349). A questo punto, in linea di principio, la questione si sarebbe dovuta considerare chiusa. Visto però che nel frattempo il fenomeno religioso, ben lungi dall’esaurirsi, si stava prolungando con il conseguente accorrere di milioni di pellegrini da ogni parte del mondo, la Conferenza Episcopale Jugoslava costituì una nuova commissione d’indagine, di cui rese note le conclusioni, altrettanto negative, nella Dichiarazione di Zara (1991). Questo sviluppo non significò affatto – come affermato dai sostenitori di Medjugorje – un’estromissione dell’Ordinario del luogo dovuta ad una sua presunta chiusura preconcetta, ma corrisponde a quanto raccomandato dalle Normae sopra citate nel caso in cui un fenomeno superi i confini di una singola diocesi (cf. pp. 214s, 249s, 271s, 350).
Monsignor Ratko Perić, succeduto a Žanić nel 1993, ha reiterato il giudizio negativo del suo predecessore esprimendolo più volte in varie sedi, compresa la parrocchia di Medjugorje (cf. pp. 302s, 348s). Questo fatto, del tutto legittimo, ha messo a repentaglio la sua stessa incolumità fisica, come testimonia l’episodio del violento sequestro da parte di una folla di manifestanti avvenuto il 2 aprile 1995 e protrattosi per dieci ore (cf. p. 287). Nonostante tutto, il presule ha mantenuto ferma la sua posizione, per quanto scomoda, la quale lo ha oltretutto esposto a campagne mondiali di diffamazione. La persistenza del fenomeno (malgrado la proibizione di organizzare pellegrinaggi ufficiali emanata a livello locale fin dal 1984, poi confermata a livello romano) ha quindi indotto papa Benedetto XVI, nel 2010, a istituire una commissione internazionale presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Sui dubbi circa le modalità e i risultati del lavoro da essa svolto (cf. pp. 386ss, 427ss) si è già espresso il professor Hauke.

c) Situazione dei francescani

Come sia stato possibile che una vastissima e molteplice attività religiosa si sia sviluppata per quasi quarant’anni in totale opposizione all’autorità del vescovo locale, garante dell’apostolicità della Chiesa, è più comprensibile alla luce del contesto storico ecclesiastico della regione. Dopo che l’Erzegovina, nel XV secolo, fu caduta sotto il dominio ottomano, i figli di san Francesco d’Assisi rimasero per secoli i soli ad assicurarvi una presenza cristiana, pur tollerando qualche forma ancestrale di culto dei defunti e degli spiriti. Nel 1878, con il passaggio di quelle terre sotto l’amministrazione asburgica, Leone XIII ristabilì la gerarchia cattolica. Il conflitto di giurisdizione sorto con i pur benemeriti francescani si protrasse per più di un secolo. Nel 1975 Paolo VI, con il decreto Romanis Pontificibus, intese dirimere la questione, ma la piena attuazione del decreto richiese ancora quasi venticinque anni, potendosi dire conclusa solo alla fine degli anni Novanta del secolo scorso (cf. pp. 23 ss).
In tali condizioni, del tutto anomale, le presunte apparizioni di Medjugorje, iniziate proprio nel vivo del conflitto tra la Santa Sede, la diocesi e i religiosi, hanno subito acquistato un fortissimo interesse per la causa di questi ultimi. A partire dal 1981 si è creata e protratta per decenni una situazione di grave irregolarità canonica e di disobbedienza continuata che ha coinvolto decine e decine di frati (per non parlare delle migliaia di sacerdoti di passaggio, tenuti abilmente all’oscuro) in un ministero illegittimo in quanto non autorizzato dall’Ordinario del luogo (cf. pp. 143s, 325, 462ss). Ciò ha portato a severi quanto inevitabili provvedimenti disciplinari, fino alle più gravi censure ecclesiastiche: la sospensione a divinis, la dimissione dallo stato clericale e l’espulsione dall’Ordine sono state comminate a numerosi religiosi, anche per abusi sessuali (cf. pp. 307s, 382s). In diversi presunti messaggi della Gospa, alcuni di loro sono stati da lei elogiati o incitati alla ribellione nei confronti del vescovo (cf. pp. 136, p. 148 s., 378).
In particolare, alcuni dei francescani che sono stati più attivi a Medjugorje aderivano al movimento carismatico cattolico. Pochi mesi prima dell’inizio delle “apparizioni”, il fatto era stato “profetizzato” durante un raduno internazionale tenutosi a Roma; in seguito l’organizzazione del movimento è ben servita a dare al fenomeno, con una rapidità fulminea, una notorietà a livello planetario. Foley evidenzia alcuni problemi connessi a questo tipo di “spiritualità”, fra cui certe pratiche che possono essere interpretate come forme di trance indotta e ricordano da vicino quelle diffuse fra i montanisti, movimento ereticale dell’antichità cristiana che rivendicava un’autorità fondata non più sulla successione apostolica ma su presunti carismi (cf. pp. 29 ss, 36 ss., 41 ss.).

d) Conclusione

Tenuto conto del movimento mondiale che è sorto intorno a Medjugorje e delle numerose comunità di vario genere da essa nate o impiantatesi (senza alcuna autorizzazione ecclesiastica) nel suo territorio, il pericolo maggiore che sembra attualmente incombere è quello della creazione di una sorta di “Chiesa parallela” che non riconosca più l’autorità stabilita da Cristo mediante gli Apostoli, bensì un’autorità “visionaria” fondata su pretese apparizioni e sui relativi messaggi. Non si tratta ovviamente di uno scisma in senso formale, ma di una divisione di fatto che porta milioni di fedeli a considerare irrilevante l’autorità dei legittimi Pastori. È un fatto facilmente osservabile da chiunque che il movimento medjugorjano è sempre più caratterizzato da una religiosità sentimentale fondata non tanto sulla Rivelazione divina, trasmessa e insegnata dalla Chiesa, quanto su presunte rivelazioni che non hanno ottenuto alcun riconoscimento ecclesiastico, ma che sono ritenute tali in base a giudizi puramente privati. È sintomatica la risposta di un pellegrino secondo il quale «“non importa che il Vaticano affermi o neghi l’autenticità”, perché “ciò che conta è ciò che credi dentro, e io credo che la gente abbia bisogno di ciò”» (p. 400).
Questa mentalità soggettivistica che pone i bisogni della gente al di sopra della verità oggettiva rischia di provocare gravi deviazioni, che si manifestano poi in atteggiamenti settari e in un fanatismo irragionevole che si rifiuta per principio di prendere in considerazione le obiezioni. Questo genere di “frutti” – se ce ne fosse ancora bisogno – è un’ulteriore ed eloquente conferma dei pareri negativi già espressi dalle competenti autorità ecclesiastiche. Ora, se la suprema istanza di giudizio nella Chiesa non prende rapidamente una posizione chiara e ben fondata in merito, c’è un forte rischio che il “fenomeno Medjugorje” si trasformi in un potentissimo boomerang, non solo come causa di divisione all’interno del Popolo di Dio, ma anche come pretesto di attacchi alla Chiesa Cattolica, come osservato dal professor Hauke (cf. p. 425). Se ora qualcuno, sulla base dell’ipotesi di Foley, si chiede quale interesse abbia il diavolo a suscitare un movimento mondiale di preghiera, credo che i pericoli appena indicati rappresentino una risposta più che sufficiente. A chi o a che cosa si convertono i seguaci di Medjugorje?

venerdì 1 dicembre 2017

"Comprendere Medjugorje" di D. A. Foley. Metodi e contenuto. La relazione di Andrea Sandri alla FTL

Il 13 novembre 2017 a Lugano presso la Facoltà Teologica e, il giorno successivo, a Seregno, presso la Sala Civica “Monsignor Gandini”, a cura del Circolo Culturale Card. J.H. Newman, è stato presentato il libro di Donal Anthony Foley, Comprendere Medjugorje. Visioni celesti o inganno religioso? (Cantagalli, Siena 2017). In entrambe le occasioni il pubblico ha potuto ascoltare le relazioni del Professor Dott. Manfred Hauke e del Dottor Andrea Sandri cui si deve la traduzione italiana del volume. A Lugano è intervenuto anche il Dottor don Giorgio Ghio.
Dopo la relazione del Professor Hauke (vedi qui) pubblichiamo, qui di seguito, la relazione di Andrea Sandri, Dottore di ricerca presso l'Università Cattolica di Milano e Presidente del Circolo culturale Cardinal John Henry Newman di Seregno.

Il libro, che qui si presenta, è la traduzione dell’originale inglese Medjugorje Revisited. 30 Years of Visions or Religious Fraud? di Donal A. Foley, pubblicato nel 2011 dalla casa editrice “Theotokos Books” di Nottingham, come seconda edizione aggiornata di Understanding Medjugorje: Heavenly Visions or Religious Illusion? (Nottingham, 2006). Del 2011 è anche l’edizione tedesca Medjugorje Verstehen. Himmlische Visionen oder fromme Illusion? (Dominus Verlag, Augusta 2011).
Si tratta di un testo frutto di una ricerca pluriennale condotta con metodo scientifico nella raccolta dei materiali e con un disciplinato senso della fede cattolica nel discernimento dei fenomeni. Come osserva nella Prefazione lo studioso italiano Marco Corvaglia – il cui sito www.marcocorvaglia.com (qui) è una delle principali fonti dello stesso Foley -, Medjugorje Revisited negli ultimi dieci anni, dal momento della pubblicazione della prima edizione inglese, è stato un importante segnavia per chi ha sentito la necessità di orientarsi criticamente nel complesso e intricato sviluppo complessivo del fenomeno di Medjugorje senza dover sin dal principio aderire ai praeambula di quello che negli anni sembra essersi strutturato come un culto parallelo e, talvolta alternativo, alla religione cattolica.
Donal Foley, Comprendere Medjugorje, Cantagalli, Siena 2017.
L’edizione italiana, di cui si è fatto carico il prestigioso editore cattolico Cantagalli, premia la ricerca di Foley con il suo inserimento nella Collana di Mariologia della Facoltà Teologica di Lugano, collana diretta autorevolmente dal Professor don Manfred Hauke, che è cattedratico di Teologia Dogmatica presso la stessa Facoltà e mariologo di fama internazionale.
Di particolare rilevanza storica e dottrinale è questa edizione italiana anche per il fatto che essa si colloca, come emerge dalla Postfazione che aggiorna il testo al febbraio 2017, nell’“attesa di un [prossimo] verdetto” vaticano dopo che il fenomeno è stato a più riprese vagliato dalle Commissioni della Diocesi di Mostar, della Conferenza Episcopale Jugoslava e di quella croata e finalmente, al massimo grado, dalla Commissione Ruini istituita presso la Congregazione della Dottrina della Fede.

Dalla lettura del libro emergono alcune brevi ricognizioni sul fenomeno di Medjugorje, sul metodo di Foley e sul giudizio conclusivo cui si perviene.

Il fenomeno

Il fenomeno Medjugorje, come contemplato e analizzato da Foley, non si riduce alle visioni che alcuni giovani croati ebbero per dieci giorni, a partire dal 24 giugno del 1981 fino al 3 luglio, e del loro protrarsi indefinito fino al presente. Anche i “messaggi” della “Gospa” e il loro contenuto, i “miracoli” e alcuni eventi apparentemente prodigiosi di cui sono stati testimoni molti pellegrini negli anni costituiscono il fenomeno Medjugorje.
Esso comprende inoltre la storia e il milieu religioso e sociale della regione di Medjugorje, la biografia e il comportamento dei veggenti, il ruolo fondamentale dei francescani croati, l’integrazione complessa e durevole, a livello mondiale, di un seguito di Medjugorje formato da semplici fedeli, “convertiti”, ecclesiastici e teologi favorevoli (soprattutto Laurentin, ma all’inizio anche von Balthasar), dall’organizzazione dei pellegrinaggi, dai gruppi di preghiera, da case editrici e dalle radio impegnate a diffondere i messaggi, da ecclesiastici (il vescovo di Belgrado Franc Perko, soprattutto l’arcivescovo di Spalato Frane Franić in polemica con i vescovi di Mostar, e il Cardinale Christoph Schönborn), persino da istituti universitari.

Il metodo

Tutti gli aspetti del fenomeno di Medjugorje sono esaminati da Foley applicando il metodo che ogni volta a essi meglio si addice. La fondamentale ricostruzione dei fatti iniziali, legati alle prime visioni, è svolta secondo il principio proprio della ricerca storica in base al quale si devono privilegiare le fonti dirette e i testimoni oculari. Uno dei caratteri distintivi della ricerca di Foley sta infatti nell’aver privilegiato le trascrizioni delle prime “interviste” rilasciate a caldo dai veggenti ai francescani e simultaneamente registrate su nastro magnetico in un tempo immediatamente successivo alle visioni sul monte Podbrdo.
I dati positivi, come le alterazioni fisiologiche e comportamentali dei veggenti durante le visioni e le asserite guarigioni, sono esaminati in base alle categorie della scienza medica e all’autorità della letteratura di settore riconosciuta che si è occupata di simili fenomeni.
Il fenomeno sociologico e religioso – si direbbe sinteticamente: socio-religioso - nel suo complesso è studiato ed esposto da Foley tramite le indagini di studiosi privi di finalità apologetiche come è il caso del ricercatore italiano Paolo Apolito.
Gli elementi attinenti all’intervento soprannaturale oppure preternaturale (perché in ciò sta il dilemma ultimo) i quali non possono essere giudicati dal metodo storico, da quello meramente sussuntivo delle scienze positive o dall’indagine sociologica, sono esaminati da Foley con un discernimento che si fonda nella certa conoscenza del dogma cattolico, soprattutto mariano, nei consigli e indicazioni di autori spirituali del passato, come San Giovanni della Croce o San Luigi Maria de Monfort, e del presente, come p. Jordan Aumann.

Vale la pena accennare a qualche esempio.

L’episodio di cui fu testimone il pellegrino francese Jean Louis Martin il 14 gennaio 1985: Vicka sostiene generalmente di non vedere altro che la “Gospa”durante le estasi: “Noi vediamo la Vergine, ma non vediamo nient’altro né sentiamo altra cosa”. Jean Louis Martin, all’inizio entusiasta di Medjugorje, inizia a dubitare e pensa di mettere alla prova la stessa Vicka. Mentre questa è in “estasi” nella stanza delle apparizioni, Martin, in presenza di più persone, finge di ficcarle due dita negli occhi, al che la veggente reagisce ritraendosi spaventata. In un momento successivo Vicka fornì una spiegazione del tutto insostenibile: aveva avuto l’impressione che la “Vergine” fosse stata sul punto di fare cadere il “Bambino” dalle proprie braccia e così lei si era spostata per prenderlo (pp. 258-259).

Il modo in cui la “Gospa” appare. L’apparizione è preceduta da una “luce diffusa” e nebulosa dalla quale prende successivamente forma, in maniera indistinta, la “Gospa” la cui immagine compare e scompare. In realtà la Santa Vergine Maria, solo essere umano insieme al Figlio a non avere conosciuto la corruzione della morte, ha un corpo distinto, reale e incorrotto, distinto dall’aura che l’accompagna e così appare nelle visitazioni riconosciute dalla Chiesa (pp. 61, 74-75).

Alcune esortazioni alla disobbedienza. Es.: nel 1981 p. Vego, francescano, si reca a Medjugorje per consultare la “Gospa” tramite i veggenti in merito alla propria posizione e a quella di p. Prusina nella disputa con il vescovo di Mostar, allora Mons. Žanić, che li voleva allontanare dalla diocesi. In molte risposte la visione dà ragione ai francescani. In particolare nel messaggio del 3 gennaio 1982 la “Gospa” disse: “Ivica [p. Vego] non è colpevole… se lo cacciano dall’Ordine conservi la fede … Ivica non è colpevole … il vescovo non cura abbastanza l’ordine. La colpa è sua. E poi non sarà sempre vescovo. Io gli mostrerò la giustizia nel Regno dei Cieli” (pp. 144-145).

Messaggi il cui contenuto è inconciliabile con il dogma cattolico: es.: il 6 maggio 1982 i veggenti chiedono alla “Gospa”: “Gli uomini sono presenti in cielo soltanto con l’anima o con l’anima e con il corpo?”, e “la Gospa risponde: essi sono presenti con l’anima e con il corpo”; oppure il 1° ottobre alla domanda “Tutte le religioni sono buone? Tutte le religioni sono identiche?”, la “Gospa” dichiara: “Di fronte a Dio tutte le religioni sono identiche. Dio le governa come un re nel suo regno” (p. 135).

La “Gospa” recita il Padre nostro insieme ai veggenti e pronuncia le parole “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, ma liberaci dal male” contraddicendo così il dogma dell’“Immacolata Concezione” (p. 211).

Questi e altri aspetti decisivi per giudicare Medjugorje sono riportati nel Compendio dei dubia elaborato con straordinaria precisione da Peter Christoph Düren e incluso a mo’ di appendice nell’edizione tedesca e, ora, in quella di quella italiana del libro di Foley.

Rilevantissimo, anche per un giudizio finale su tutto il fenomeno, è il ricorso al metodo comparativo tramite il quale l’Autore mette efficacemente a confronto Medjugorje con le apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa – soprattutto Guadalupe (1531), Rue de Bac (1830), Lasalette (1846), Lourdes (1858), Fatima (1917), Beauraing (1932) e Banneux (1933).
Importante e alla radice di tutto il discorso è infine la prospettiva non sottaciuta di uno scrittore, che, pur non disdegnando i metodi della ricerca profana, crede nell’esistenza di Dio e del diavolo e sa distinguere senza esitazione le presenza di quest’ultimo anche quando si cela sotto mentite spoglie.

Giudizio conclusivo

L’attenta e acribica considerazione del fenomeno porta Foley a una conclusione abbastanza netta sulle visioni di Medjugorje che può essere così riassunta brevemente in tre asserzioni: a) principalmente le visioni dei primi dieci giorni possono essere ricondotte a un intervento non umano che tuttavia ha i caratteri propri del fenomeno preternaturale, ossia non sovrannaturale e quindi demoniaco; b) ciò che è accaduto negli anni successivi obbedisce probabilmente alle finalità delle prime “visitazioni”, ma è opera in larga parte umana – pur non essendo escluso l’intervento preternaturale in alcuni episodi - supportata da un’efficiente e articolata organizzazione di propaganda non estranea a interessi economici e alla volontà degli stessi veggenti di mantenere il fenomeno nella attualità e al centro dell’attenzione; d) così Medjugorje ha realizzato o minaccia di realizzare oggettivamente l’oblio e il “superamento”, che gli stessi interpreti favorevoli al fenomeno descrivono come un “completamento”, del messaggio di Fatima, di quello stesso messaggio che, secondo Foley, costituisce il vero messaggio decisivo della Santa Vergine all’umanità.

L’Autore. Donal Foley (1956) è scrittore, con una formazione in scienze umane e teologia, dirige la summenzionata casa editrice “Theotokos Books”. È segretario dell’Apostolato Mondiale di Fatima in Inghilterra e Galles ed esperto riconosciuto di apparizioni mariane nell’età moderna. In particolare si è occupato degli eventi di Fatima e delle presunte mariofanie di Medjugorje. Tra diverse pubblicazioni, tradotto in italiano: Il libro delle apparizioni mariane. Influenza e significato nella storia dell’uomo e nella Chiesa (Gribaudi, 2004).