"I Padri alessandrini, di cui si dice che grande fosse il debito verso la scienza pagana, non mostrarono certo né gratitudine né riverenza per i loro presunti maestri, ma sostennero la supremazia della tradizione cattolica" (John Henry Newman)
Commentari cattolici nel tempo della crisi della Chiesa
venerdì 21 febbraio 2014
Il sensus fidei contro Padre Livio Fanzaga. La libertà cattolica di sottoscrivere un articolo di Roberto de Mattei
di Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro
Pare proprio che sia venuto il momento di mettere da parte il pietoso eufemismo “mondo cattolico” dietro il quale molti, troppi volonterosi hanno sempre cercato di nascondere il concetto di “Chiesa”. Naturalmente, per “Chiesa”, si intende la sua componente umana e allora bisogna avere il coraggio di mostrarne il disastro, intellettuale e umano. Quanto alla fede, penserà Nostro Signore a giudicare una per una le anime.
Quale categoria, se non quella del disastro umano e intellettuale, si può applicare alla componente umana della Chiesa per commentare la cacciata di Roberto de Mattei da Radio Maria? Un’altra bella prova di padre Livio Fanzaga, inflessibile dispensatore di francescana misericordia: francescana nel senso di Francesco il Papa, non Francesco il Santo.
I fatti sono noti. Dopo l’articolo “2013-2014 Motus in fine velocior” pubblicato su “Corrispondenza Romana” e che potete leggere CLICCANDO QUI, il direttore di Radio Maria ha preso carta e penna per dire a de Mattei che in quella radio non ci può più stare e la sua trasmissione è stata cancellata dal palinsesto. Per vedere la pochezza delle argomentazioni fanzaghiane, l’ineccepibile risposta di de Mattei e l’evanescente replica di padre Livio CLICCATE QUI.
Bisogna ammettere che, in una Chiesa dove sembra che la misericordia l’abbia inventata Papa Francesco, una materia così nuova riesca difficile da maneggiare. Dopo duemila anni di un cristianesimo improntato all’algida inflessibilità degli specialisti del logos, ora che la misericordia è stata appena scoperta non si sa ancora bene dove posarla, cade di mano e va dove capita. E si finisce per trovarsi davanti a un panorama in cui gli omosessuali diventano ingiudicabili mentre per i cattolici a tutto tondo come de Mattei pietà l’è morta. Insomma, c’è bisogno di una bella messa a punto per tutti quei fedeli di buona volontà che si sono gettati con entusiasmo ma senza perizia nei misericordiosi esercizi di nuovo conio.
Così, dopo aver già fatto fuori i sottoscritti, il misericordioso padre Fanzaga ha fatto fuori anche de Mattei con la stessa motivazione: non si può criticare il Papa, un cattolico non lo può fare. Dunque, le posizioni di Roberto de Mattei, di Gnocchi e Palmaro e quella di tanti, tantissimi fedeli che ci hanno testimoniato la loro vicinanza e il totale consenso sarebbero, quanto meno, da scismatici neanche troppo latenti, dunque non cattolici.
Roberto de Mattei ha provato a spiegare nella sua lettera a padre Livio che non è così. Ma, evidentemente, la dottrina cattolica è troppo difficile per i tempi correnti. E poi bisogna riconoscere che dentro la Chiesa, nella sua componente umana, vale quella tragica osservazione che Giovannino Guareschi faceva cinquant’anni fa per gli italiani: i nostri compatrioti, si lamentava lo scrittore, preferiscono alzarsi la mattina e trovare già tutto pensato. Ecco, questo è quello che fanno tanti, troppi cattolici. La mattina si alzano, leggono i giornali, se del caso fanno la rassegna stampa oppure accendono il megafono per diffondere la “voce del magistero” e sono felici tutto il giorno perché la testa la possono lasciare nell’armadio in sacrestia.
Invece, ad averla, questo sarebbe proprio il momento di farla funzionare. Dentro e fuori la Chiesa stanno accadendo troppi fatti su cui non si può evitare di pensare, di ragionare e quindi di parlare. Se questo parlare non è cattolico, viene da chiedersi quanto lo sia il silenzio di coloro che autoassolvono le loro convenienze e le loro viltà dietro l’idea che siccome la Chiesa è di Cristo ci penserà lui.
Per Roberto de Mattei non usiamo la parola solidarietà, che puzza troppo di manifesto della sinistra anni Settanta. Preferiamo usare amicizia e stima per tutto quello che ha fatto, che sta facendo e che farà. Vogliamo considerare quel suo articolo che tanto ha inquietato padre Livio Fanzaga come se l’avessimo scritto anche noi, dalla prima all’ultima riga, titolo compreso e sotto ci mettiamo anche la nostra firma.
Anzi, a questo proposito, vogliamo lanciare una piccola iniziativa: lo firmino tutti coloro che lo ritengono integralmente cattolico. Non ci vuole molto: basta aggiungere il proprio nome e il proprio cognome in coda a un pezzo veramente splendido. E poi vediamo quanti sono quei cattolici che preferiscono usare la testa invece che lasciarla in sacrestia. Questo sì che farà del bene alla Chiesa. Altro che le purghe in stile sovietico.
Chi vuole sottoscrivere l’articolo di Roberto de Mattei, “2013-2014 Motus in fine velocior”, può farlo tramite l'apposito tabulato predisposto da Riscossa Cristiana (QUI). L’indirizzo mail non verrà pubblicato. L’elenco dei sottoscrittori sarà aggiornato quotidianamente.
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Padre Fanzaga ha sempre detto (ed è scritto sullo statuto della Radio) che Radio Maria (quindi, dal direttore all'ultimo dei conduttori) è fedele al Santo Padre, al suo Magistero e alla sua pastorale. Quindi, per i principi ispiratori della Radio è impensabile che qualcuno abbia da ridire su ciò che dice o fa il Papa. Certo, De Mattei o Gnocchi e Palmaro non l'hanno fatto in trasmissione, ma sui giornali o sul web. Tuttavia, Padre Fanzaga non chiama nessuno a parlare in Radio se non rispetta questi principi e il fatto di aver criticato il Papa ha costretto il direttore medesimo a sospendere le trasmissioni dei tre conduttori. Cosa c'entra la misericordia o l'aver parlato "cattolico"? Niente. Una radio cattolica privata si dà delle regole che tutti devono rispettare. Poi padre Fanzaga avrà sbagliao i modi, i tempi e le parole. Poco importa. La replica del padre avrà anche "pochezza di argomentazioni", ma è tale per evitare di entrare in polemiche sterili. Infine, vorrei dire che questi signori dovrebbero avere più rispetto di chi non la pensa come loro. Perchè ormai pensano di essere solo loro a usare il cervello, invece chi non la pensa come loro sarebbe un pecorone del pensiero dominante. Ad maiora
RispondiEliminacondivido: il pensiero corrente e' dominato dai pecoroni..
Elimina"Tu sei Pietro e su questa Pietra edifichero' la mia Chiesa e LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO CONTRO DI ESSA"....Io mi fido di quello che ha detto Gesù ...nella preghiera affidiamoci a Lui , vera guida della Chiesa....e pieno sostegno a Padre Livio in queste difficili e fedeli scelte
EliminaVerissimo che, come scrive l'anonimo prima di me, « ... Radio Maria (quindi, dal direttore all'ultimo dei conduttori) è fedele al Santo Padre, al suo Magistero e alla sua pastorale ... », ma, mi domando e dico, come mai, nel recentissimo passato, un' analoga sollecitudine, rispetto a quella applicata a De Mattei, Gnocchi e Palmaro, non è mai stata applicata ai detrattori della Persona, del Magistero e della pastorale di Papa Benedetto XVI che, pure, diffusamente collaboravano e partecipavano alle trasmissioni di Radio Maria ?
RispondiEliminaSeguo Radio Maria da anni. Non ho mai ascoltato catechesi di detrattori di Benedetto XVI. Mai.
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