mercoledì 15 ottobre 2014

Le basi della Relatio post disceptationem non sono cattoliche. Una recentissima intervista al Cardinal Burke



Riprendiamo qui di seguito, nella nostra traduzione,  un'intervista rilasciata ieri dal Cardinal Raymond Leo Burke all'editore della rivista on-line The Catholic World Report (CWR) Carl E. Olson (originale qui). Il Cardinale denuncia espressamente la relazione di mediotermine del Sinodo (Relatio post disceptationem qui) e la sua carenza di un autentico fondamento teologico cattolico.

La presentazione di ieri della relazione di medio termine del Sinodo Straordinario dei Vescovi sulla Famiglia è stata accolta con notevole interesse dai media cattolici e non cattolici. Il sito della Radio Vaticana introducendo il documento afferma:

Nella relazione di medio termine i Padri sinodali si esprimono sul compito della Chiesa di riconoscere i semi della Parola sparsi oltre i suoi confini visibili e sacramentali. L'appello alla "legge della gradualità" come riflessione sul modo in cui Dio comunica con l'umanità e fa avanzare il Suo popolo passo per passo.


La reazione alla relazione oscilla tra le dichiarazioni positive riguardo a "un cambiamento di tono verso gay e divorzio" (New York Times) e giudizi più pessimistici. Mary Jo Anderson, inviata a Roma per il Catholic World Report ha osservato che "il Sinodo straordinario sulla famiglia è giunto a metà e sono evidenti alcuni momenti di separazione: c'è un divorzio sul divorzio, sulla ripetizione del matrimonio e sulla Comunione".

Il Cardinal Burke, Prefetto del Tribunale Supremo della Signatura Apostolica e coautore con quattro altri cardinali  (e quattro studiosi) del nuovo libro Permanere nella verità di Cristo (Siena 2014, Cantagalli) (vedi recensione di Cristina Siccardi qui) ha espresso preoccupazione in merito a parecchi aspetti del sinodo, tra questi la spinta verso cambiamenti in materia di Comunione, i cattolici divorziati e risposati e il modo in cui l'informazione sul sinodo viene, per usare le sue parole, "manipolata".

Il Cardinal Burke ha risposto ieri alle domande che gli sono state poste da Carl E. Olson, editore di The Catholic World Report, riguardo alle sue preoccupazioni, la sua opinione rispetto alla relazione di medio termine, e alla ragione per cui un pronunciamento di Papa Francesco è ormai "da tempo necessario".

CWR: In che senso l'informazione su ciò che sta accadendo nel Sinodo viene manipolata o riportata e resa pubblica soltanto parzialmente?

Cardinal Burke: Gli interventi dei singoli padri Sinodali non sono resi noti al pubblico, come invece è accaduto in passato. Tutte le informazioni concernenti il Sinodo sono controllate dal Segretariato Generale del Sinodo che ha chiaramente favorito sin dal principio le posizioni espresse nella Relatio post disceptationem della mattina di ieri.

Mentre gli interventi individuali dei Padri sinodali non sono stati pubblicati, la Relatio di ieri, che è soltanto un documento interlocutorio, è stata pubblicata immediatamente e, come ho detto, in diretta. Non c'è bisogno di essere uno scienziato per accorgersi che questo approccio non è certamente quello della Chiesa.

CWR: Come si riflette tutto ciò nel documento di medio termine del Sinodo presentato ieri, il quale è stato criticato da molti per il suo appello alla gradualità?

Cardinal Burke: Mentre il documento in questione (Relatio post disceptationem) pretende di riportare soltanto la discussione che ha avuto luogo tra i Padri sinodali, di fatto anticipa posizioni che la maggioranza dei Padri non appoggia e che, da pastori fedeli del gregge, non possono accettare. Chiaramente la risposta al documento nella discussione immediatamente succeduta alla sua presentazione ha dimostrato che un gran numero di Padri sinodali lo ritiene criticabile.

Il documento è carente di una solida fondazione nelle Sacre Scritture e nel Magistero. In una questione sulla quale la Chiesa ha un insegnamento molto ricco e chiaro, esso dà l'impressione di inventarne uno del tutto nuovo, ciò che un Padre sinodale ha definito "rivoluzionario", con la pretesa di insegnare sul matrimonio e sulla famiglia. Esso ripete continuamente e in maniera confusa principi generici privi di definizione come, per esempio, quello di "legge della gradualità".

CWR: Quanto è importante, secondo lei, che Papa Francesco faccia presto una dichiarazione allo scopo di arginare la sensazione montante - nei media e tra i fedeli - che la Chiesa sia sul punto di cambiare la propria dottrina in merito a molti punti essenziali concernenti matrimonio, "ripetizione del matrimonio", accesso alla Comunione e persino le "unioni tra omosessuali"?

Cardinal Burke: A mio giudizio un pronunciamento di questo tipo è necessario ormai da molto tempo. Il dibattito su queste questioni prosegue da almeno nove mesi, specialmente nei media secolari ma anche attraverso gli interventi del Cardinale Kasper e degli altri che appoggiano la sua posizione.

I fedeli e i loro buoni pastori guardano al Vicario di Cristo affinché sia confermata la fede cattolica e la pratica riguardante il matrimonio che è la prima cellula della vita della Chiesa.

Fonte Catholic World Report 14 ottobre 2014

1 commento:

  1. Purtroppo c'è già chi parla per conto del "vescovo di Roma": è Kasper , ormai diventato il suo alter-ego.

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