"I Padri alessandrini, di cui si dice che grande fosse il debito verso la scienza pagana, non mostrarono certo né gratitudine né riverenza per i loro presunti maestri, ma sostennero la supremazia della tradizione cattolica" (John Henry Newman)
Commentari cattolici nel tempo della crisi della Chiesa
lunedì 13 aprile 2015
L'inquadramento canonico della FSSPX in Argentina. Può fare il Cardinal Poli quello che non pensa Francesco?
Dal Boletín Oficial de la República Argentina (vedi vedi qui il documento originale: inserendo "Resolución 25/2015") si apprende che è stato concesso alla Fraternità Sacerdotale San Pio X fondata da Monsignor Marcel Lefebvre lo status di “associazione pubblica di diritto diocesano”, di “società di vita apostolica”. Si dichiara inoltre che “a detta fraternità è riconosciuto il carattere di persona giuridica pubblica all’interno della Chiesa cattolica apostolica romana, in conformità alle norme del Codice canonico”.
A proposito di questa iniziativa l'autorevole blog argentino Adelante a la Fe (vedi qui) ha riportato il parere di un importante canonista: “La Chiesa cattolica ha in Argentina uno statuto unico e particolare. Secondo il Código Civil è una persona giuridica di Diritto pubblico dotata di uno statuto differente da quello di ogni altra associazione nel paese. Inoltre lo Stato argentino è obbligato a sostenere il culto apostolico romano. Nessun’altra religione gode di questo status. I culti diversi da quello cattolico sono riconosciuti dalla Secretaría de Cultos, ma rimangono associazioni di diritto privato al pari delle imprese e dei club sportivi. È impossibile che un ente cristiano non cattolico sia incorporato nella Chiesa come persona giuridica di Diritto pubblico. Il culto evangelico, i musulmani o gli ebrei possono ricevere sussidi dallo Stato, ma non sussiste in capo allo Stato alcun obbligo di sovvenzione come avviene invece nel caso dei versamenti ai vescovi. Si tratta di una decisione del tutto particolare, di una soluzione dovuta evidentemente all’iniziativa del Cardinal Mario Aurelio Poli [Arcivescovo di Buenos Aires]. A mio avviso si tratta di un gesto unico che persino eccede quanto operato da Benedetto XVI”
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