sabato 25 aprile 2015

Vita & Pensiero. Il declino secolarista di una libreria universitaria cattolica

Qui ormai è scomparso, o è stato nascosto, anche il Cristo che mostra il Sacro Cuore, patrono e protettore dell'Università Cattolica di Milano. Il Sacro Cuore che ancora veglia nelle aule, seppur rattristato da lezioni per nulla cattoliche di professori selezionati con i procedimenti laici dello stato italiano (atei, modernisti, filoislamici, giudaizzanti, semiprotestanti, marxisti, liberali, massoni improvvisamente trasformati in "cattolici" dalla semplice esibizione concordataria di un certificato di battesimo). Persino nel bar dell'università, ora restaurato in stile vagamente "California Bakery", resiste il Sacro Cuore di Gesù, ma nella dirimpettaia libreria Vita&Pensiero non sembra essercene più traccia e, se da qualche parte l’hanno appeso, è in esilio.

Vita&Pensiero è la casa editrice del più grande ateneo cattolico italiano. Vita&Pensiero sembra alludere al superamento della netta divisione cartesiana tra pensiero e realtà corporale, e all'originario (e presto naufragato) programma gemelliano di ricondurre finalmente la vita dei corpi a una sineresi che è partecipazione della stessa verità trinitaria. Il Sacro Cuore che, carnale e palpitante, rivela la profondità del Mistero trinitario è il vessillo più eloquente di questo programma originario, dell'università come della sua casa editrice e della sua libreria. Ma il Sacro Cuore è scomparso (nascosto? occultato?) e "vita" e "pensiero" ritornano a essere le disarticolate membra del "pensiero moderno".
Qualche tempo fa in un liceo statale romano fu data lettura pubblica di alcuni passaggi dell'ultima fatica letteraria della scrittrice omosessualista Melania Mazzucco Sei come sei (vedi qui una recensione). Le pagine furono giudicate pornografiche e scandalose da alcuni studenti e ne sortì una querelle, ampiamente ripresa dai media, che durò alcuni giorni. Fu il senso morale, prima ancora di un sensus fidei, di alcuni liceali (vedi qui). A Milano lo stesso libro contestato viene incontro in bella vista alla matricola di Largo Gemelli che potrà acquistarlo anche con un discreto sconto.

La stessa matricola che volesse approfondire le prospettive letterarie della Mazzucco, potrebbe acquistare anche Lei tanto amata, la biografia in chiave perfettamente omosessualista di Annemarie Schwarzenbach, stesso scaffale, stessa libreria, stesso sconto per lo studente.
Peccato che delle opere della zurighese Annemarie Schwarzenbach, che, nonostante le incertezze sessuali magnificate dai suoi falsi amici, fu una degna e interessante esponente della letteratura di viaggio del XX secolo (tra l'altro descrisse in maniera commossa e commovente il martirio degli Armeni e di alcuni sacerdoti cattolici in mezzo a loro per mano dei soldati turchi del tiranno massone Ataturk compuntamente omaggiato dal Vescovo di Roma che oggi condanna giustamente quel genocidio senza però fare il nome degli autori), non ci sia traccia alcuna nello scaffale "letteratura". Non mancano però il famoso Seminario sulla gioventù di Aldo Busi e Amore, Prozac e altre curiosità di Lucìa Etxebarrìa campionessa indiscussa dello zapaterismo letterario.

Non si tratta qui certamente di fare quello che non fecero i monaci medioevali e seppero fare benissimo i censori protestanti e puritani delle belle lettere; non si tratta di occultare Orazio, Catullo, Ovidio, Marziale, Alceo, Saffo, Aristotele, Platone. Neppure di sottrarre alla disponibilità degli studenti in una libreria universitaria cattolica i classici della filosofia moderna, a patto che ci siano professori ortodossi che ne espongano limiti, errori e pericoli. Ciò che veramente è inaccettabile non è l'esposizione in vetrina dell'ultima edizione critica di Also sprach Zarathustra, ma la corrività e correità con le tendenze del tempo o, peggio, con i vernissages televisivi e della rete. È questa infatti la sostanza del modernismo accademico e, in fondo, la causa principale della profonda crisi dell'Università Cattolica e dell'Università tout court. Si finisce così per far leggere agli studenti la Mazzuco invece di spiegare prudentemente il senso epocale dei pericolosi viaggi novecenteschi della Schwarzenbach. Questa distanza poteva essere la virtù e il carattere proprio di un'Università che si definisce cattolica.

Dagli scaffali di teologia scompaiono o si rarefanno allora Sant'Agostino, San Tommaso e i Padri della Chiesa (persino le orribili copertine arancioni di Città Nuova, che pur avevano il merito di attirare l'attenzione su Atanasio, Basilio, sui due Gregorio e molti altri scrittori antichi, non si vedono più) e al loro posto arrivano Non mollare. Consigli per affrontare la vita di don Mazzi e Una battaglia lunga una vita di Hans Küng (la prossimità delle due copertine ha l'indubbio vantaggio di rivelare una sorprendente somiglianza fra il padre spirituale di Mara Venier e il teologo di Tubinga).

Naturalmente la corrività (e correità) di Vita&Pensiero travalica i confini della teologia finendo per coinvolgere aspetti della vita pratica in prospettive tutt'altro che accademiche e men che meno cattoliche. Il "teologo" Vito Mancuso fa capolino anche negli scaffali di politica in coppia con un noto affabulatore anticristiano, Flores d'Arcais, tanto umile da credersi la reincarnazione di Celso e di Porfirio messi insieme.
Poco più in là tra gli scienziati il sorriso di Umberto Veronesi, lo stesso che ha rivelato al mondo che "il tumore è la prova della non esistenza di Dio" e che coniuga in un bislacco mélange pseudoscientifico l'elogio del veganismo con l'apologia della sodomia, suggerisce Siate sani . A pensar male si indovina: deve essere la triste alternativa laicista di un ben più sano: "Siate santi".

Ma il peggio, l'insinuazione dell'errore nelle anime innocenti, la corruzione della vera fede nella Trinità raccontata come una favola sta negli scaffali dei libri per bambini. Qui, accanto alle Regole raccontate ai bambini di Gherardo Colombo e di Marina Morpurgo (in copertina alcuni fanciulli in cerchio che apprendono gli insegnamenti del famoso pubblico ministero che vanta di avere il vizio della memoria e disapprendono la morale cattolica), l'opera di Roberta Lipparini Io credo come te. Poesie per una scuola senza pregiudizi. L'insinuazione sta già tutta nell'immagine di copertina nella quale bambini di ogni credo guardano nel cielo dove vola una colomba bianca (non manca una bimba velata, perché il messaggio sia chiaro). All'interno le illustrazioni di Arianna Operamolla sono accompagnate dai versi della Lipparini. Ci limitiamo a riportare qui di seguito la poesia L'ora di religione:

Mi piacerebbe la classe intera
a condividere qualcosa
una specie di preghiera
A cercare ciò che ci confonde,
a non temere quel che si nasconde
cogliere l'eco delle nostre parole
a sentire e capire
che non sono mai sole.
A credere insieme
con un unico suono
che attraversi la Terra
che sfiori ogni uomo.







Nessun commento:

Posta un commento