martedì 24 gennaio 2017

Tra notti zelanti e demoni meridiani. Brevissima chiosa alla controreplica di Alessandro Gnocchi a don Angelo Citati

La controreplica di Alessandro Gnocchi all'articolo  con cui don Angelo Citati FSSPX ha risposto al duro attacco dello scrittore alla Fraternità Sacerdotale San Pio X (vedi qui) non si è fatta purtroppo attendere. É stata pubblicata da Riscossa Cristiana con una breve postilla fomentatrice di Paolo Deotto (vedi qui) e subito ripresa, secondo una puntualità che ultimamente non cessa di far pensare, da Radio Spada. Non si vuole qui addentrarsi nei faticosi meandri di una invettiva che serve più a spiegare l'astio apertamente sedizioso verso la Fraternità e la Chiesa cattolica che a rendere gli argomenti addotti; e neppure appare necessario soffermarsi sul lessico e la sintassi dello scritto che fanno pensare alla scrittura luterana, a calami spezzati e a calamai che volano nella notte dello zelo amaro.

Più importante è osservare che qui Gnocchi, proprio a ridosso di una feroce critica dell'opera di Monsignor Schneider e del Cardinal Burke sviluppata nella recentissima polemica, rinfaccia alla Fraternità di essersi identificata con la Tradizione quasi assumendone il monopolio. Se c’è, infatti, una ragione al mondo per pensare, non dico: l’accordo, ma almeno la possibilità dell’accordo con le autorità romane è proprio il fatto che, dopo il Summorum Pontificum, la circonferenza della Tradizione ha iniziato a eccedere abbondantemente quella della FSSPX. Diceva Machiavelli, più con la saggezza mondana del politico che con la più volte asserita virilità del giornalista, che le repubbliche si fanno con gli amici. E in questo caso l’antimachiavellismo, gesuitico o meno, non è un argomento!

Ora il "vecchio Giornalista", che si è lasciato alle spalle la Chiesa visibile "anticristica", la FSSPX e naturalmente gli istituti collaborazionisti dell'Anticristo romano (FSSP, ICRSS, Buon Pastore etc.), dovrebbe fornire ai suoi vecchi e nuovi lettori, affinché gli possano mandare lettere e doni, le coordinate precise della sua chiesa, del suo monastero, della sua grotta, della sua montagnola eremitica, o, almeno, della spoglia radura dell’attesa della Grazia senza opere (e alla lunga senza sacramenti) indicata nella sua precedente lettera “Fuori Moda”. Servirà forse a toglierli l'estrema melanconia dell'hora meridiana.

15 commenti:

  1. Meglio, infinitamente meglio, melanconici che servi di Bergoglio.

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  2. Ha perfettamente ragione Gnocchi, non esistevano presupposti nel  1988 per dire che si stesse tornando alla normalità né tantomeno ora, poiché un ritorno alla Tradizione deve venire dalla testa non da gruppi ecclesiali seppur numerosi, e dalla testa discende la dottrina non dalla prassi. Gli unici malinconici sono coloro che vorrebbero l'abbraccio di Roma che denigrano chi usa argomenti contrari senza entrare nel merito e  senza fornire argomenti teologici  e magisteriali , senza parlare dello snaturamento dell'opera di Mons. Lefebvre (questa sì opera della Provvidenza). Malinconici perché stanchi di lottare sentirsi fuori dal giro che conta e finalmente dopo anni di esilio sentirsi accolti e accettati e così appuntarsi una medaglia al petto a scapito della integrità della verità e della salvezza per le anime che ne consegue. Malinconici quindi che non credono più nello stato di necessità, oggi ancora più pressante, che non credono più di non essere mai stati fuori da nulla e che non debbano rientrare in nulla, stante il perdurante stato si necessità, che non credono più che i sacramenti siano e sono sempre stati validi senza alcun bisogno di autorizzazioni o concessioni . Malinconici che avrebbero voluto, fatte le dovute distinzioni storiche , che un Sant'Atanasio (un altro malinconico secondo costoro) avesse preferito accettare l'abbraccio anche qui pratico e misericordioso della satanica​ ambiguità semiariana (e la messa e i sacramenti neanche erano cambiati! ) piuttosto che prendere 5 esilii e quasi altrettante scomuniche per salvare la fede (e chi lo invitava a "rientrare" al suo diniego lo insultavano dicendogli che non aveva fede e fiducia nella Provvidenza) dicendo "voi avete le Chiese ma noi la fede", che malinconico vero? E che malinconici I preti refrattari e i vandeani durante il terrore, bastava una formale accettazione di una costituzione!
    Una volta Mons. Fellay ebbe a dire metaforicamente che la Fraternità andava paragonata alla fiamma pilota di un fornello..apparentemente è fuori dal fornello e dal fuoco che ne dovrebbe uscire perché non è essa stessa né il fuoco né il fornello ma sta lì apparentemente fuori pronta a conservare a costo di tutto la fiammella che accenderà il gas dal fornello che farà divampare il fuoco e il calore della fede dal fornello che rappresenta Roma:solo da lì verrà il gas. Quale pseudo ottimistica e irrealistica visione fa pensare che lo stato di necessità si sia attenuato e ora si possa entrare nel "fornello" senza aspettare il gas (ritorno del papà alla tradizione)? Con tutta la stima per lei ma la fsspx pensa che all'interno riuscirà a fare la controrivoluzione senza che la testa e la dottrina siano cambiatate e dopochè quella dottrina l'ha di fatto relegata in secondo piano in nome di un rientro che rientro non è?
    Vorrei invitare Mons. Fellay a rileggere la lettera che Mons. Lefebvre scrisse ai futuri 4 vescovi, e quindi anche a lui, alla vigilia delle consacrazioni del 1988 di cui una copia è appesa nel priorato di Albano: in essa tra le bellissime e illuminanti righe di dottrina e fede campeggia proprio all'inizio questa frase " Essendo che la sede di Pietro è occupata da degli anticristi.." che malinconico Mons. Lefebvre. Come direbbero i francesi à bon entendeur, salut !

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  3. Questo lungo intervento che ha il pregio della cortesia, si fonda su un semplice assunto: con l'uomo del peccato non si fanno accordi. Naturalmente Sant'Atanasio non fece accordi con ariani e semiariani e preferì la fede ai mattoni delle chiese, ma non cessò di orientarsi e di rivolgersi a Roma anche mentre vacillava e confondeva credi semiariani con Credi cattolici. Qualcuno contesta quest'ultimo punto, ma non è, in fondo, la cosa più importante, fondamentale è che Sant'Atanasio non cessò di orientarsi a Roma, come fece Monsignor Lefebvre e fa Monsignor Fellay. L'argomento dell'"uomo del peccato" su cui si fonda la Chiesa di Roma risale a Lutero che chiedeva ad Ambrosio Catarino "di ammettere che il Papa, che egli chiam[a] pietra, e coloro che, a lui soggetti nell'amministrazione visibile [sic!], sono edificati su questa pietra e sono chiamati Chiesa, peccano e hanno in qualche modo peccato" (WA 7, 709) oppure di dimostrare il contrario, "perché altrimenti saremo liberi di rifiutare e di giudicare gli statuti, i canoni e tutte le cose del Papa in quanto si sospetterà che esse provengano da Satana piuttosto che dallo Spirito Santo" (WA, 7, 713). É quasi banale chiosare che se si confonde la "pietra" con Bergoglio, si deve concludere che seguire il Papa può in alcuni casi portare all'inferno (per Lutero ciò accadeva da 1500 anni, ma la quantità non fa qui la differenza). Gnocchi definendo la chiesa guidata da Francesco "anticristica" accede alla logica di Lutero: la chiesa romana si fonda sull'uomo del peccato. La chiusura della precedente lettera "fuori moda" conferma la consequenzialità del ragionamento. Se la "pietra" non può essere il Papa, dobbiamo attendere la vera "pietra": Cristo? La Grazia? La Provvidenza? Certamente la Chiesa cattolica è uscita dall'orizzonte.

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  4. Mi diverte parecchio quell'inciso velenoso «...secondo una puntualità che ultimamente non cessa di far pensare, da Radio Spada».

    Tornando ad argomenti più seri, Gnocchi è stato fin troppo gentile ad accusare solo «l'equivalenza truffaldina con cui si fa coincidere la Tradizione con la FSSPX».

    Tale truffa è graditissima ai capicosca del modernismo perché permette, una volta concluso il riconoscimento, un argomento in più per perseguitare qualsiasi espressione della Tradizione che non coincida con la FSSPX. Un colpo al cerchio e uno alla botte, e l'esperienza della Tradizione diventa uno dei tanti movimentini ecclesiali.
    Col corollario che Williamson ha fatto bene a ordinarsi due vescovi: oltre ad avere l'esclusiva della Tradizione pensavate di avere anche l'esclusiva dello "stato di necessità"?

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    1. Bisogna proprio pensare l'amministrazione vaticana come un'irresistibile dea Kalì? O non è forse meglio sperare di fondare la repubblica di cui sopra?

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  5. Spero che Gnocchi sia smentito da fatti venturi riguardo agli accordi non accordi e penso che lo spera pure lui, anche se dice di fregarsene, perchè è un buon cattolico e come noi sa che la FSSPX non è fatta solo di 1 vescovo e 2 aiutanti( delle cui decisioni si potrebbe pure non essere interessati), ma di tanti sacerdoti che da anni corrono a destra e a manca non per una poltrona, potere o gloria e nemmeno per soldi, ma per dare alle anime ciò che purtroppo troppi ministri di Dio non danno più. Pertanto a me importa la fine che faranno tali sacerdoti, perchè oggi, non è che se ne trovino molti di buoni in giro ed ogni sacerdote che vuole il bene delle anime e lavora per questo e per la gloria di Dio è un tesoro inestimabile che si spera di non perdere. Noi certo non possiamo fare altro che pregare e fare il nostro dovere, perchè il buon Dio ce li preservi e ce ne dia sempre, che siano essi della FSSPX o no. Siamo nelle mani del buon Dio e accadrà solo ciò che lui permetterà che accada. Certo non è una passeggiata, ma pazienza! Che la Vergine Santissima ci protegga. Avanti con coraggio.

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    1. Faccio mio ogni suo auspicio e la ringrazio di cuore.
      Andrea Sandri

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  6. “Propheta quoque, et sacerdos abierunt in terram, quam ignorabant.” Ecco l’impressione alla lettura di questo scambio di sciabolate. Che fare dunque? In questo sito è stato scritto: “Basti qui ribadire quel che si è appena scritto in merito a un recente attacco ai superiori legittimi della Fraternità (vedi qui), che chiunque si rivolta all'autorità legittima, deve assumersi la responsabilità della possibilità della propria iniquità (2 Tess 2) oltre che quella della propria più autentica e profonda giustizia (così la clausula Petri in At 5, 29). In fondo è tutta questione di discernimento.”
    Certo, ma proprio perchè dobbiamo applicare il discernimento è importante ricordare che è ed è stata l’autorità legittima (innanzitutto quella suprema) che ci ha portato a questa situazione, e non da oggi.
    Fanno pensare quelle parole del card Burke che più volte, in pubblico e in privato, ha invitato ad essere saldi nella fede indicando nei catechismi (e mai accennando ai Pastori) la via di uscita a questa situazione: in commotione Dominus.

    Come a dire: i nostri abiti (mentali, ma non solo) [...un convegno di cultori dell’io trascendentale e delle sue possibilità esistenziali (diritti dell’uomo, solidarietà ed etica mondiale) … richiede un più faticoso approfondimento da parte dei cattolici fedeli alla Tradizione.] provengono più dall’illuminismo radicale che dal Vangelo.
    Dovremmo essere noi “qui venerunt de tribulatione magna, et laverunt stolas suas et dealbaventur vestes eas in sanguine Agni” ?
    Tremens factus sum et timeo…

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    1. Condivido pienamente e ringrazio. Con una precisazione: l'autorità appartiene al sistema cattolico e non ci sono catechismi senza autorità (osservava Newman, contro i protestanti, nel "Saggio sullo sviluppo della dottrina cristiana": "Se c'è dottrina, ci deve essere anche autorità"). Una lettura del Catechismo senza autorità, anche soltanto presupposta come punto cui orientarsi, obbedisce proprio all'illuminismo qui giustamente denunciato. La clausola Petri deve però accompagnarci fino al sommo della dichiarazione dogmatica. Qui ha senso brindare prima alla coscienza che al Papa, di cui non si può però fare a meno.

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    2. Anch'io condivido la sua precisazione al mio intervento. Tra le ferite profonde che l'uomo oggi deve curare c'è quella particolare forma di superbia, intellettuale e psicologica, della perdita dell'oggettività da cui deriva la difficoltà di accettare l'autorità. Il 'non serviam' colpisce tutti: il fedele e il pastore.
      Sta offrendo un grande spazio di riflessione sul blog: grazie

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    3. La ringrazio molto. Non ci abbandoni, continui a scrivere le sue note. Cordiali saluti.

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  7. L'idea che i frutti del lavoro di Lefebvre consistano nel rifiuto di Roma e che siano a rischio ogni volta che la sola possibilità di un accordo venga adombrata è un postulato sedevacantista , mai dimostrato. L'idea di farlo parlare post mortem a difesa dello status quo è un classico di quella scuola , che oggi vorrebbe ammonire quanti ricordano che il rifiuto senza se e senza ma non è mai stato l'obiettivo finale del Monsignore. Non si capisce perchè della questione si possano occupare associazioni e persone di varia estrazione e non possa intervenire un prelato della Fraternità , perchè è giovane..

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  8. Appena avuta conferma, con le due cancellazioni dei miei post, che lei riunisce in sé ignoranza e malafede. Poteva rispondere alle mie domande, non lo ha fatto: ora si prepari, comunque, a essere ricoverato nell'ospedale da campo diretto da Bergoglio.

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  9. Gentile Signor Mario, questo sito non esercita approvazione preventiva confidando nella buona educazione di chi passa. Ed è perciò da cafoni e guitti di periferia esaltati presentarsi in casa altrui sotto falso nome per disturbare la pace con elenchi inquisitorii pieni di questioni inutili e faziose, oltre che un po' demenziali, e poi iniziare a insultare il padrone di casa se egli rifiuta la cortesia non meritata. Le assicuro che sarà debellato ogni volta che si ripresenterà da queste parti. Vada altrove a scaricarsi.

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  10. Concordo con la Sua analisi, grazie per la chiarezza e la gentilezza, oggigiorno merce sempre più rara...

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