"I Padri alessandrini, di cui si dice che grande fosse il debito verso la scienza pagana, non mostrarono certo né gratitudine né riverenza per i loro presunti maestri, ma sostennero la supremazia della tradizione cattolica" (John Henry Newman)
Commentari cattolici nel tempo della crisi della Chiesa
martedì 23 dicembre 2014
"Per questo viene sulla terra il Verbo". Una meditazione di Sant'Atanasio sull'Incarnazione - Prima parte
“Per questo dunque viene sulla nostra terra il Verbo di Dio incorporeo, incorruttibile e immateriale, sebbene prima non ne fosse in alcun modo lontano”. Il Verbo eternamente generato dal Padre è uscito per una prima volta per creare e governare il mondo, poi, inviato dal Padre, parlò ad Abramo e all’Antico Israele, finalmente è condisceso e ha preso la natura umana, incarnandosi, per abolire la legge della corruzione nel suo estremo compimento e per trionfare su di essa. Nel tempo di Natale proponiamo, in tre parti successive, una meditazione del grande Sant’Atanasio di Alessandria sull’Incarnazione e sui suoi frutti.
Per questo dunque viene sulla nostra terra il Verbo di Dio incorporeo, incorruttibile e immateriale, sebbene prima non ne fosse in alcun modo lontano. Infatti, nessuna parte del creato è rimasta priva di lui, perché egli, stando con il Padre suo, riempie tutti gli esseri (operando) in tutti; ma si rende presente abbassandosi fino a noi per soccorrerci con la sua benignità e la sua manifestazione!
Vedendo che la stirpe razionale andava in rovina e la morte regnava su di loro grazie alla corruzione; vedendo che la minaccia connessa con la trasgressione faceva dominare la corruzione contro di noi e che era assurdo che quella legge fosse abrogata prima di essere soddisfatta; vedendo che era assurdo, in quanto era accaduto, che scomparissero gli esseri di cui egli stesso era creatore; vedendo che la perversità degli uomini superava ogni limite e che a poco a poco l’avevano fatta crescere a loro danno fino a renderla insopportabile; vedendo che tutti gli uomini erano soggetti alla morte, ebbe pietà della nostra stirpe compatendo la nostra debolezza, si abbassò fino alla nostra corruzione e non permise che dominasse la morte; ma affinché non perisse ciò che era stato creato e non riuscisse inutile l’opera del Padre suo nei confronti degli uomini, si prese un corpo non diverso dal nostro. Non volle semplicemente essere in un corpo né volle soltanto apparire. Infatti, se avesse voluto semplicemente apparire, avrebbe potuto manifestare la sua divinità per mezzo di un essere più potente. Egli prese un corpo come il nostro; e non si limitò a prenderlo, ma lo prese da una vergine pura e senza macchia, che non conosceva uomo: un corpo puro e veramente non contaminato dal contatto con gli uomini. Egli che è potente e creatore dell’universo, si preparò il corpo della Vergine come un tempio e se lo appropriò come uno strumento per farsi conoscere ed abitare in esso. Così, preso da noi un corpo simile al nostro, poiché tutti siamo soggetti alla corruzione della morte, lo consegnò alla morte per tutti e lo consegnò al Padre compiendo un gesto di benignità affinché, come se tutti fossero morti in lui [Rom 6, 8], fosse abolita la legge della corruzione che colpiva gli uomini (il suo potere, infatti era stato applicato pienamente nel corpo del Signore, per cui non le rimaneva più alcuna possibilità contro gli uomini suoi simili) e riconducesse alla incorruttibilità gli uomini che si erano volti alla corruzione vivificandoli con la sua morte: per far scomparire la morte come paglia nel fuoco con l’appropriazione del loro corpo e la grazia della resurrezione.
(fonte: Sant’Atanasio, L’Incarnazione del Verbo, Roma 1987, pp. 51-53)
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